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U.S. Agent: Il Fanatico Americano – Recensione

Dopo aver ricoperto un ruolo importante nella serie tv di Disney+ The Falcon and The Winter Soldier, John Walker, alias U.S.Agent, torna protagonista di una miniserie a fumetti. U.S.Agent: Il Fanatico Americano è scritta da Christopher Priest, disegnata da George Jeanty e pubblicata da Panini Comics in un classico cartonato soft-touch.

Sono Mark Gruenwald e Paul Neary a creare John Walker su Captain America 323, inizialmente come Super Patriota, ex militare potenziato da Power Broker. Tuttavia, di lì a breve Cap rinuncerà al suo ruolo e lo Scudo passerà proprio a Walker, accompagnato da un nuovo Bucky, Lemar Hoskins. Ultraconservatore e totalmente cinico, il nuovo Cap adotterà un approccio opposto a quello del predecessore e, solo con il ritorno di Steve Rogers, perderà il suo incarico, assumendo così l’identità di U.S.Agent.

Inserita a pieno titolo nella continuity attuale del personaggio a fumetti, la nuova mini vede Walker spogliato dal suo ruolo di U.S.Agent. Dopo aver disobbedito agli ordini, il soldato è ora un agente indipendente che cerca di agire comunque per il bene degli Stati Uniti. Tuttavia, una chiamata e l’incontro con uno strano anziano lo portano a Ephraim, dove si troverà a fronteggiare una situazione complicata. Che cosa si nasconde sotto la cittadina e cosa lega sua sorella Katie al nuovo e pericoloso U.S.Agent?

Le ultime serie scritte per DC Comics, in particolare Deathstroke, ci hanno mostrato ancora una volta tutte le qualità di Priest. L’approccio utilizzato per il killer della concorrenza è riproposto anche in questa miniserie. L’autore ci presenta continui salti temporali e spaziali, segnalati di volta in volta con riquadri neri che contengono l’indicazione spaziotemporale e un sottotitolo. Questo contribuisce a rendere la storia maggiormente stratificata ma anche più difficile da comprendere.

Tramite questo approccio Priest non vuole mostrarci solo la storia di Walker, ma fornire anche un’analisi sociale e culturale dell’America attuale attraverso le parole della gente comune. Una disamina interessante ma che spesso costringe il lettore a tornare indietro per seguire perfettamente il filo del discorso.

Risulta anche difficile considerare Walker un personaggio solamente buono o cattivo. Sappiamo che in passato ha compiuto atti criminali, ma stavolta sembra più che mai disposto a rischiare la vita per salvare una piccola cittadina del West Virginia. Al contrario, il nuovo U.S.Agent è completamente folle e senza speranza di redenzione, come forse era Walker stesso all’inizio della sua carriera.

Come già accennato, la serie è ricca di riferimenti al passato del protagonista e vengono spesso citate le sue origini, ripubblicate di recente da Panini in due volumi dedicati alle storie di Mark Gruenwald. Ovviamente, non è obbligatorio conoscere quegli eventi ma aumenta sicuramente la comprensione di questa mini e sarà piacevole vedere il ritorno di un vecchio personaggio.

U.S.Agent è quindi una serie di non facile lettura, ma dai risvolti interessanti, che fornisce un nuovo punto di vista sul personaggio, tornato protagonista di una mini dopo tanto tempo. Priest è sicuramente lo scrittore adatto per un personaggio così politicizzato e lo dimostra inserendo nella storia anche una sottotrama di stampo sociale. Se cercate una storia ricca d’azione ma non solo e volete approfondire la vostra conoscenza del personaggio, non perdetevi questo volume!

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