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Recensione Mater Morbi – Roberto Recchioni

In questo episodio il nostro caro Dylan Dog , deve affrontare un qualcosa che non ha mia affrontato ovvero la malattia. 

Mater Morbi e Dylan

Dovrà sopportare la sofferenza, tra i corridoi di un ospedale da incubo, nella condizione solitaria del paziente e con la propria vita nelle mani di medici che possono diventare salvatori o portatori della propria morte. Qualcuno lo aspetterà nel giardino della Consunzione, dove sotto l’Albero delle Pene , troverà i Tormenti , i figli dell’ammaliante Meter Morbi.

Durante la lettura di esso si può, tra realtà e una dimensione creata dalle allucinazioni del nostro protagonista, entrare nella mente del paziente; disagio, paure, incubi e senso di colpa e di abbandono… una strada senza via di uscita e con mille domande per la testa, in particolar modo “perché proprio io?”.

Dylan avrà una piccola guida spirituale che lo accompagnerà in questa “avventura”, la figura del piccolo Victor, un bambino malato che ha imparato da tempo a convivere con la propria patologia e a non lottare inutilmente contro se stesso.

Mater Morbi e i suoi figli.

Quando la malattia viene incarnata da una bella fanciulla.

La mattia viene incarnata da una bellissima ragazza, ovvero Mater Morbi in veste da madonna addolorata, con una goccia nera sul lato destro del viso e con un stile dark/gothic lady, un corpetto in stile sadomasochista di cuoio e borchie, forbici chirurgiche sul colletto e un gastroscopio come frusta.

Un ottimo modo per essere temuta , odiata dall’umanità e persino temuta dalla morte tanto da ricordare alcune creature di Silent Hill.

In tal caso solo la morte può mettere fine al tormento di Mater Morbi ma in contrasto il dr. Vonnegut che cerca di dare al ragazzo le cure e la resistenza necessaria per vincere la malattia , mentre gli si oppone il dr. Harker che vuole mandare tutto a monte.

Quando l’albo fa la sua differenza.

A fine storia, ci sono pagine extra con il dietro le quinte della lavorazione, schizzi e studi di Carnevale, disegni inediti, le dichiarazioni di Recchioni e Sclavi e anche qualche pagina di sceneggiatura disponibile da scaricare tramite web. Insomma è una storia dove prendi parte a tutti i sintomi come un incubo claustrofobico, la libertà negata e il qualcosa che nasce dentro di te e si nutre finché non viene a galla. Consiglio vivamente.

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