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GRID: la recensione del racing Codemasters

Scaldate i motori e posizionatevi sulla griglia di partenza. Siete pronti a diventare i campioni del GRID World Series?

GRID è quel tipo di gioco che comunica subito le proprie intenzioni, o meglio, quelle dei suoi sviluppatori. Bastano pochi minuti per comprendere che il focus dell’esperienza sono le competizioni, senza troppi fronzoli. Quindi, si avvia il titolo e – una volta selezionata la carriera – si viene scaraventati in una serie di tre gare. Queste servono a dare un’idea di quel che ci troveremo nel corso dei 104 eventi che compongono la suddetta modalità. Gare di giorno o di notte, in condizioni climatiche serene o di pioggia, in circuiti ufficiali o originali. Il tutto arricchito con spettacolari incidenti e l’immancabile commento dei cronisti, capace di enfatizzare i momenti salienti.

A conti fatti, GRID riesce davvero a trasmettere l’emozione che si prova in pista e questo è sicuramente uno dei suoi pregi migliori. Se in una recensione non dovessimo tenere conto di tanti altri fattori, potremmo dire allora che l’obiettivo degli sviluppatori è stato centrato appieno. Ciò che il director Chris Smith ha ripetuto nel corso delle interviste in questi mesi è assolutamente vero, e se amate le auto, le corse o più in generale l’automobilismo, GRID vi farà emozionare come pochi altri racing. Insomma, non è proprio LikeNoOther, ma ci va molto vicino. Si tratta quindi di un prodotto valido ma non esente da sbavature, e ora vi diremo il perché.

Contenuti e modalità di gioco

Partiamo dalle modalità di gioco, che avremmo sperato fossero più corpose. GRID si presenta con un menù minimale che ricorda molto da vicino Driveclub e, oltre alla modalità carriera, sono presenti una modalità di gioco libero – che permette di gareggiare senza restrizioni di sorta – e la modalità online.

Quest’ultima è suddivisa a sua volta tra gara rapida e privata. Per quanto riguarda la gara rapida, il titolo può ospitare fino a sedici partecipanti in eventi composti da più gare. Se il numero massimo di giocatori non viene raggiunto (come accaduto nel nostro caso), i piloti restanti vengono impiegati dalla CPU. Ad ogni modo, la nostra prova si è svolta senza rallentamenti. Interessante anche la lobby, costituita da un’arena da demolition derby, utile per ingannare l’attesa tra una sessione e l’altra. Purtroppo però l’offerta multiplayer si conclude qua e siamo rimasti delusi riguardo la mancanza di modalità alternative capaci di tenere impegnati i giocatori per lunghi periodi.

La carriera invece funziona in modo semplice e intuitivo. Sono presenti sei categorie di competizioni, ciascuna delle quali richiede il completamento di un certo numero di eventi prima di poter accedere alle corrispettive finali. Una volta completate almeno quattro categorie, sarà possibile accedere alle finali del GRID World Series. L’elemento degno di nota risiede nel fatto che per completare una categoria non è necessario disputare tutti i tour, quindi se alcuni dovessero risultare poco graditi è possibile saltarli. In generale, possiamo affermare che la campagna si attesta su buoni livelli, soprattutto in termini di longevità, tuttavia qualche location in più non avrebbe guastato ai fini della varietà. Troppo spesso infatti abbiamo sentito il peso degli stessi tracciati riproposti più volte e più volte.

Un arcade tecnico

Passiamo ora al gameplay, fiore all’occhiello dei giochi Codemasters, che non fa eccezione nemmeno in questa occasione. GRID è un racing arcade molto scalabile, stratificato. Giocando con gli aiuti attivi propone un’esperienza semplificata, perfetta per chi non è abituato ai titoli corsistici o, per chi vuole prendere confidenza con il modello di guida. In questo caso viene normale giocare sporco, ignorando i tecnicismi dei tracciati e prendendo gli avversari a sportellate. Se volete un approccio leggero, funziona e diverte.

La parte migliore dell’esperienza viene fuori però nel momento in cui si vanno a disabilitare gli aiuti. È possibile modificare le impostazioni di ABS, controllo trazione e controllo stabilità; per di più, si possono abilitare i danni, che vanno ad influire sulle prestazioni in gara. A questo punto il comportamento dell’auto cambia considerevolmente rispetto alle impostazioni base e diventa necessario imparare bene le dinamiche di ogni circuito. Per quanto concerne i veicoli, si notano differenze tangibili tra una classe e l’altra, tuttavia le auto della stessa classe tendono a comportarsi in maniera non troppo dissimile.

Non sempre è facile portare a casa il primo posto e – nel corso della carriera abbiamo – riconosciuto l’importanza di qualificazioni e dell’assetto. Le prime ovviamente servono a stabilire un tempo per ottenere una buona posizione sulla griglia di partenza. L’assetto invece permette di regolare elementi come le barre anti-rollio o il rapporto del cambio, al fine di adattare il proprio veicolo al circuito. Si tratta di un elemento provvidenziale se si vuole vincere nei circuiti più esigenti.

Le dinamiche di gioco

Una volta scesi in pista, entrano in gioco altri due elementi da tenere in seria considerazione, ovvero il compagno di squadra e il Nemesis System. È possibile scegliere il proprio compagno in una sezione apposita del profilo giocatore: sono presenti tantissimi piloti ciascuno con statistiche ben definite come la lealtà o la destrezza e ovviamente un costo in termini monetari (dopotutto nessuno lavora gratis). In gara, con i tasti del d-pad, è possibile richiedere al proprio compagno di provare a prendere qualche posizione oppure di difendere quella già ottenuta. Tra poco vi spiegheremo perché questo elemento è importantissimo.

Passiamo ora al Nemesis System,che riguarda i piloti avversari e quindi, l’intelligenza artificiale. Ciascun pilota ha atteggiamenti differenti, alcuni sono più irascibili mentre altri possiedono nervi saldi. A seconda del nostro comportamento in pista è possibile fare arrabbiare uno o più piloti, che diventeranno le nostre nemesi. All’atto pratico significa che questi faranno di tutto per ostacolarci e, oltre alle classiche sportellate, miglioreranno le proprie prestazioni nel corso della gara. Questa meccanica aggiunge dinamismo alle competizioni, che possono diventare particolarmente imprevedibili. In tutto ciò, possiamo chiedere al nostro compagno (a patto che si trovi in una buona posizione) di farci da scudo per evitare che gli altri piloti vengano a tormentarci. Quindi, a seconda dei casi il compagno può avere un’importanza strategica da non sottovalutare.

Detto ciò, abbiamo trovato la difficoltà un po’altalenante. Cominciamo con il dire che piazzarsi in prima posizione con le qualificazioni semplifica tantissimo le cose. Per ovvie ragioni, iniziare in testa al gruppo elimina diversi problemi. Resta il fatto che, nel corso di alcuni eventi, abbiamo distanziato senza troppi problemi il resto del gruppo mentre in altri, la sfida si è rivelata perfino troppo elevata. Non è comunque nulla che possa rovinare l’esperienza generale.

Progressione e longevità

Per quanto riguarda il sistema di progressione di GRID, ancora una volta ci sentiamo di fare un paragone con Driveclub. In base a come ci comporteremo in pista otterremo dei punti che – a fine partita – ci faranno ottenere dell’esperienza. Man mano che si sale di livello si ottengono quindi nuove livree per i veicoli (che in totale dovrebbero essere 250) e oggetti per la customizzazione del profilo giocatore. Si tratta del proprio “stemma” che viene mostrato prima di ogni gara e nei menù. In questo caso però, vincendo le gare si ottiene anche del denaro da spendere per acquistare i veicoli, che sono ben sessanta. Data la quantità di eventi presenti nella carriera e il level cap fissato al 99, se vorrete ottenere tutto, GRID vi terrà impegnati per un bel po’ di tempo. Insomma, se verrete catturati dal modello di guida, avrete pane per i vostri denti.

Comparto tecnico e direzione artistica

Chiudiamo la recensione con uno degli elementi più spinosi di tutta l’intera produzione. GRID è un reboot, o comunque vuole essere una ripartenza per la serie, perciò concettualmente vuole riprendere il meglio dei capitoli precedenti. Lo vediamo in primis con i circuiti storici che fanno il loro ritorno, come San Francisco o Madrid. Osservando queste, viene quindi naturale andare a fare dei paragoni con le loro incarnazioni precedenti. Si nota subito che i circuiti attuali possiedono molti più dettagli, purtroppo però ci si rende conto di almeno due problematiche. La prima salta all’occhio durante le gare diurne poiché si nota un’eccessiva sovraesposizione dei colori, che rende tutto troppo luminoso e causa un certo fastidio. La seconda problematica riguarda invece il colpo d’occhio generale. Osservando GRID Autosport del 2014, si nota che non è poi stato fatto quel salto che ci saremmo aspettati. Considerando che ci troviamo al termine dell’attuale generazione, l’ultima fatica di Codemasters, avrebbe dovuto spingere l’acceleratore anche in questi termini.

Delude anche il fatto che su PS4 standard il titolo viaggi a 30 fotogrammi (contro i 60 di PS4 Pro) con una risoluzione dinamica che scende nelle fasi più concitate. Date le circostanze, sarebbe stato piacevole avere una risoluzione stabile o, ancora meglio, i 60 fotogrammi. Perlomeno il gioco risulta fluido nella maggior parte delle situazioni e non ci si può lamentare. Spendiamo anche qualche parola per la fisica non sempre convincente, che certe volte si dimostra fin troppo leggera e fa sì che lievissime collisioni causino testacoda o terribili incidenti. La direzione artistica invece sarebbe pregevole, se solo non soffrisse dei problemi riportati qui sopra. Buoni invece il rombo dei motori e il doppiaggio in italiano dei due cronisti.

Per il supporto volanti vi rimandiamo al blog ufficiale; continuate a seguire Nerdpool.it per restare informati sugli aggiornamenti del titolo.

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Nel momento in cui si scende in pista, GRID dimostra il meglio di sé, grazie ad un gameplay finissimo, scalabile, in grado di accontentare tutti i tipi di giocatori. Nonostante una difficoltà che viaggia tra alti e bassi, e una fisica degli impatti non sempre soddisfacente, l’opera di Codemasters provoca emozioni genuine come pochi altri titoli corsistici di natura arcade. Elementi come l’intelligenza artificiale, gli (sporadici) incidenti spettacolari e la buona sensazione di velocità rendono ogni gara un vero spasso. Tanta bontà è purtroppo oscurata - in parte - da poche modalità alternative e un quantitativo di circuiti che - pur raggiungendo gli 80 percorsi - mostrano presto un filo di ripetitività. Il tutto con un comparto tecnico che non fa di certo miracoli e dimostra una certa stanchezza da parte del motore proprietario EGO Engine, arrivato alla versione 3.0. GRID è comunque un titolo destinato a crescere con aggiornamenti gratuiti e non. Nelle prossime settimane vedremo l’arrivo di nuovi tracciati, che saranno rilasciati per tutti i giocatori e, per i possessori della Ultimate Edition, saranno aggiunti nuovi veicoli ed eventi. Tralasciando il comparto tecnico che potrebbe fare storcere il naso a ben più di un giocatore, GRID propone una base di partenza piuttosto solida che potrebbe riservarci qualche sorpresa. In attesa dei nuovi contenuti su cui non vediamo l’ora di mettere le mani, il nostro giudizio è comunque più che positivo. Se riuscirete a chiudere un occhio sui difetti elencati, potreste godervi un titolo di tutto rispetto. GRID: la recensione del racing Codemasters