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The Last of Us, la spiegazione dell’infezione

ATTENZIONE! QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER! PROSEGUITE NELLA LETTURA A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO!

Ambientato nel 2023, l’adattamento di The Last of Us di HBO si svolge 20 anni dopo che una pandemia (dovuta ad un fungo) ha distrutto la civiltà moderna: quella che il videogioco chiama l’infezione da Cordyceps. Ispirata alla scienza reale, la minaccia del fungo Cordyceps viene spiegata in un prologo ambientato sullo sfondo di un talk show del 1968.

35 anni dopo, nel settembre 2003, l’epidemia provoca la diffusione di “Infetti” simili a zombie: esseri umani infettati dal fungo Cordyceps che mutano in diversi ceppi e stadi di Infetti, tra cui “Runner”, “Stalker”, “Clicker”, “Shambler” e “Bloaters”.

Nel 1968, gli epidemiologi Dr. Schoenheiss (Christopher Heyerdahl) e Dr. Neuman (John Hannah) valutano il potenziale di una pandemia virale. Schoenheiss teme che un virus trasmesso per via aerea possa diffondersi in tutto il mondo nel giro di poche settimane e che “tutto il mondo si ammali in una volta sola”. Neuman ribatte: “L’umanità è stata in guerra con il virus fin dall’inizio. A volte, milioni di persone muoiono, come in una vera guerra. Ma alla fine vinciamo sempre”.

Che cos’è l’infezione che vediamo in The Last of Us?

Se i microrganismi rappresentano una minaccia per l’umanità, non sono né i batteri né i virus a preoccupare Neuman: sono i funghi. Neuman spiega che ci sono funghi che non cercano di uccidere, ma di controllare. La droga psichedelica LSD deriva da un fungo, così come la psilocibina, una sostanza chiave nei funghi psichedelici che alterano la mente.

“I virus possono farci ammalare, ma i funghi possono alterare la nostra mente. C’è un fungo che infetta gli insetti. Entra in una formica, per esempio, viaggia attraverso il suo sistema circolatorio fino al cervello e poi lo inonda di allucinogeni, piegando così la mente della formica alla sua volontà”, spiega Neuman. “Il fungo inizia a pilotare il comportamento della formica, dicendole dove andare e cosa fare, come un burattinaio con una marionetta. E la situazione peggiora. Il fungo ha bisogno di cibo per vivere, quindi inizia a divorare il suo ospite dall’interno, sostituendo la carne della formica con la propria, ma non lascia morire la sua vittima”.

Al contrario, il fungo “mantiene in vita la sua marionetta impedendo la decomposizione”.

A quel punto il dottor Schoenheiss sostiene che “un’infezione fungina di questo tipo è reale, ma non nell’uomo”.

Neuman ribatte, indicando che i funghi non possono sopravvivere se la temperatura interna dell’ospite supera i 34 gradi. Al 1968, non ci sono motivi per cui i funghi si evolvano in modo da essere in grado di resistere a temperature più elevate. Se ciò dovesse cambiare, Neuman sostiene che il riscaldamento globale potrebbe accelerare l’evoluzione.

“Basta una mutazione genetica e un ascomicete, una candida, una segale cornuta, un cordyceps, un aspergillo, uno qualsiasi di questi funghi potrebbe diventare capace di insinuarsi nel nostro cervello e prenderne il controllo”, avverte Neuman. “Non di milioni di noi, ma di miliardi di noi. Miliardi di burattini con menti avvelenate fissate in modo permanente su un unico obiettivo: diffondere l’infezione fino all’ultimo essere umano in vita con ogni mezzo necessario”.

“E peggiorerà. Non ci sono trattamenti. Nessuna prevenzione. Nessuna cura. Non esistono. Non è nemmeno possibile crearle”, dice Neuman a un pubblico in studio immobile e incredulo. “Cosa succede se questo dovesse accadere? Abbiamo perso”.

(Photo: Liane Hentscher / HBO)

The Last of Us, il fungo: differenza tra gioco e serie tv

Nel videogioco The Last of Us, l’infezione si diffonde attraverso i morsi dell’ospite e le spore di Cordyceps trasportate dall’aria che spingono i sopravvissuti a indossare maschere antigas in ambienti ostili. Nella serie, la minaccia non è rappresentata da spore trasportate dall’aria, ma da viticci che diffondono l’infezione.

Ispirato a un concept art inutilizzato del videogioco del 2013, il design simile alla Venus Flytrap (Venere acchiappamosche) è un cambiamento rispetto alle spore che i giocatori conoscono nella versione PlayStation di The Last of Us.

(Photo: The Art of The Last of Us)

Ovviamente, ci sono alcune cose importanti che sappiamo di dover mantenere, ma poi ci sono delle sfide dal gioco alla serie che dovevano essere prese in considerazione”, ha spiegato il co-creatore della serie Craig Mazin a ComicBook.

“Per esempio, piccole cose come le spore. Nel gioco, ci sono casi in cui si incontrano spore e bisogna indossare una maschera antigas. Nel mondo che stiamo creando, se mettessimo le spore nell’aria, sarebbe abbastanza chiaro che si diffonderebbero ovunque e tutti dovrebbero indossare una maschera per tutto il tempo e probabilmente a quel punto tutti sarebbero completamente infetti”.

Mazin ha continuato:

“Quindi, abbiamo sfidato noi stessi a trovare un nuovo modo interessante per far diffondere il fungo, ma soprattutto penso che ci siamo semplicemente connessi con l’anima e lo spirito del gioco. Io, in quanto fan del gioco, e Neil Druckmann, in quanto creatore del gioco, siamo stati custodi per conto di tutti i fan, ma anche per conto di tutte le persone che non hanno giocato al gioco e che hanno bisogno di un’esperienza televisiva che sia olistica e connessa a se stessa e che non dia la sensazione di dover giocare a un gioco per capirlo”.

I nuovi episodi di The Last of Us vengono trasmessi in anteprima in lingua originale sottotitolata ogni lunedì a partire dal 16 gennaio su Sky e NOW. Le puntate doppiate in italiano, vengono trasmesse sempre il lunedì a partire dal 23 gennaio!

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