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Call of Duty Modern Warfare 3: la nostra Recensione sulla Campagna

Era il 2019 quando Activision, assieme al team di sviluppo di Infinity Ward, decisero di pubblicare un reboot della saga di Call of Duty Modern Warfare. Con questo reboot, tra approfondimenti alla trama (con qualche modifica) su un nuovo engine, arriva anche il Battle Royale, ovvero Warzone. Tramite questa novità, Activision ha trovato nuova vita al brand al punto di arricchire la lore, sia della campagna che di Warzone, unendo, in certi punti, la trama.
La saga originale ha potuto farci giocare a ben tre titoli di Modern Warfare e, quest’anno, tocca, al terzo capitolo; vediamo, dunque, come se la cava Call of Duty Modern Warfare 3, in una prima recensione dedicata alla modalità Campagna.

A caccia di Makarov

Avevamo lasciato il finale di Call of Duty Modern Warfare 2 in cui, dei potenziali terroristi su un aereo ricevono un sms; “No russian“, è scritto nel testo e questo ci fa collegare, sia all’originale Modern Warfare 2, che al successivo capitolo, MW3.
I primi momenti di gioco ci permettono di impersonare agenti della Konni, un gruppo terroristico atto a liberare Vladimir Makarov dal gulag dove è rinchiuso. Un po’ come la saga originale in cui ci troviamo in un aeroporto con Makarov, siamo introdotti a quello che sarà il nemico principale del gioco. Makarov è un uomo spietato e pieno di risorse al punto di essere sempre un passo avanti al Capitano Price e alla sua squadra.
Il terrorista russo è il nemico principale della saga e dobbiamo fermarlo a qualunque costo, con qualsiasi mezzo, considerando la minaccia, sia nucleare che chimica che arriva da questo pericoloso criminale. Ad intralciarci i piani è anche il generale Shepherd che, durante gli avvenimenti, è sempre più enigmatico.

Call of Duty Modern Warfare 3

Tutto il team, al completo

In Call of Duty Modern Warfare 3 abbiamo tutto il team al completo. Oltre, infatti, alla squadra originale capitanata da John Price e composta dal neo-nato Ghost aka Simon Riley, Gaz e John “Soap” MacTavish, si unisco volti già conosciuti negli scorsi capitoli. Troviamo, quindi, Farah Karim e Alex Keller. Durante il gioco, impersoniamo tutti i personaggi citati, in modo tale da scoprire nessi e caratteristiche di ognuno di essi.
Di supporto e a capo della missione e delle trasmissioni, invece, troviamo Kate Laswell a cui possiamo affidarci durante il corso delle indagini.

Entriamo nel gameplay di Call of Duty Modern Warfare 3

Activision e gli sviluppatori Infinity Ward e Sledgehammer Games hanno costruito qualcosa di nuovo per la Campagna di Call of Duty Modern Warfare 3. Dopo l’introduzione e il salvataggio di Makarov, le successive missioni sono diverse da quello che abbiamo visto nei precedenti titoli. L’approccio alla missione è di tipo open map, ci troviamo, dunque, a scoprire, con l’esplorazione, la mappa costruita per la missione che dobbiamo compiere. Partiamo,quindi, a scoprire il terreno di battaglia e possiamo decidere se andare dritti all’obiettivo oppure girovagare.

La seconda opzione è quella che torna più utile, anche a livello di “completismo”. Avvicinandosi, appunto, ad un contesto più da Warzone, troviamo, sparpagliate, per la mappa, ricompense varie. I premi più ambiti dall’esplorazione sono nuove armi, in casse arancioni, ma anche piastre per aumentare la corazza, equipaggiamento letale o tattico, munizioni speciali ed equipaggiamento di supporto, come UAV o bombardamenti vari.
Con questa soluzione, la maggior parte delle missioni di Call of Duty Modern Warfare 3 viene eseguita in solitaria mentre, via radio, ci viene fornito supporto.

La decisione rimane sempre al giocatore e possiamo approcciarci in modo completamente stealth oppure “entrare dalla porta principale“. Seppur decidessimo di “farla stealth“, la mappa è suddivisa per aree e, anche se venissimo scoperti, ci basta eliminare le minacce per tornare inosservati. Un altro tratto, preso, dalla costruzione di Warzone è la decisione di rigiocare la missione o ripeterla, in caso di fallimento, con un loadout diverso, in base agli equipaggiamenti sbloccati lungo il cammino. Le armi che ci portiamo appresso, come il resto degli oggetti, possiamo sostituirlo anche durante quella determinata missione, attraverso delle casse preposte. Per ogni missione che completiamo otteniamo ricompense sfruttabili in Warzone e nel Multigiocatore, come boost esperienza, emblemi e icone.

Le nostre considerazioni

Activision, Infinity Ward e Sledgehammer Games hanno fatto un lavoro di innovazione riguardo Call of Duty Modern Warfare 3 ma, a livello della Campagna, non abbiamo visto uno step successivo riguardo l’anno scorso. L’inventiva di passare all’open map è apprezzata in modo tale che la decisione al come approcciare alla missione rimane al giocatore e, unito alla dinamica di Warzone sul cercare nuovo equipaggiamento, è l’unica novità di quest’anno.
Con circa 6 ore di gioco arriviamo al “finale” e, tramite le varie cutscene proposte, capiamo che non è la fine e potrebbe esserci un successivo capitolo. Per come è stato proposto al giocatore, questo finale, lascia molti capitoli aperti e, al posto dei titoli di coda, ci si aspetta una nuova missione da giocare.
Per quanto riguarda la scorrevolezza della trama rimane stabile fino ai tre quarti di gioco mentre accelera, fin troppo, verso il finale. Con questa soluzione scelta dagli sviluppatori si vedono troppi punti chiave verso il finale per poi lasciare il giocatore a bocca aperta durante i titoli di coda.

E la parte tecnica?

Già dall’anno scorso abbiamo visto come, gli sviluppatori, sono riusciti a far immergere il giocatore nell’esperienza di gioco. Stiamo parlando della realizzazione delle cutscene in modo tale che la transazione tra queste e il gameplay non abbia tempi di caricamento. Proprio questa soluzione è stata adottata anche per quest’anno ed ottimizzata; vediamo, quindi, il passaggio da cinematic ad engine in modo pulito e, da telecamera in terza persona, vediamo un passaggio alla prima persona molto pulito senza artefatti o rallentamenti.

La versione di Call of Duty Modern Warfare 3 provata è su piattaforma PC e, grazie ad una RTX 3060 abbiamo potuto spremere il titolo a dettagli alti in Full HD, senza alcun tipo di rallentamento. La media dei frame al secondo risulta alta, oltre i 100, grazie anche alle tecnologie Nvidia di DLSS, puntate sul settaggio Qualità.
Il comparto audio è stato ben studiamo e possiamo, infatti, capire subito il posizionamento degli avversari e di tutto l’ambiente che ci circonda, valore aggiunto per un titolo FPS.

Conclusioni

Call of Duty Modern Warfare 3, per la sola modalità Campagna, poteva essere sviluppato meglio, a livello di trama. Come già detto, l’accelerata finale di eventi fa presuppore ad una conclusione frettolosa da parte degli sviluppatori per lasciare l’ipotesi di un quarto capitolo.
Questo fa intendere ad uno sviluppo molto intenso per rimanere nei tempi di pubblicazione e “lasciare cose appese” mentre, la seconda ipotesi, è che Activision volesse puntare di più (come già successo) alla parte multigiocatore.
In ogni modo, giocare alla Campagna è comunque consigliato se si proviene già dall’esperienza dei giochi precedenti, ovviamente, la trama è correlata ad MW2 ed iniziare da questo rovina l’esperienza.
Il finale di gioco fa intendere ad un quarto capitolo e, per questo, speriamo in un episodio finale all’altezza dei tre Modern Warfare originali.

Avete già giocato alla Campagna di Modern Warfare 3? Fateci sapere cosa ne pensate, come sempre, qui sotto nello spazio commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it!

Call of Duty Modern Warfare 3 propone una modalità Campagna che, in certi aspetti, non punta all'innovazione. L'unica novità è l'introduzione alla open map e unire il gameplay e le dinamiche di Warzone al giocatore singolo. Tuttavia, rimane un buon titolo single player per tutti coloro che sono rimasti curiosi riguardo il possibile finale, dopo gli eventi visti in Modern Warfare 2.

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