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Dune – Parte Due: ecco com’è stato realizzato il verme delle sabbie

In Dune – Parte Due, così come in qualsiasi altro film di fantascienza, uno degli aspetti più importanti è sicuramente la realizzazione delle creature che girano intorno alla storia. Come sappiamo in Dune il verme delle sabbie ha un ruolo centrale al racconto di Herbert, anche per questo Villeneuve ha seguito le idee dello scrittore.

Il regista ha messo in scena qualcosa di incredibile, inserendo al centro della storia proprio il verme delle sabbie che ha in Arrakis il suo ambiente naturale, quello secco del deserto.

Dune – Parte Due, il Verme del Deserto

Brice Parker il produttore degli effetti visivi e di Mark Mancini e Theo Green i responsabili della creazione del sonoro, hanno realizzato questa incredibile creatura, che è destinata a diventare una delle icone del cinema. Progettare i vermi stessi è stata un’impresa. Villeneuve ha iniziato a lavorare su Dune subito dopo aver finito Blade Runner 2049 nel 2017.

Lavorando con lo scenografo Patrice Vermette, Villeneuve ha trascorso mesi cercando di ottenere il design perfetto per il verme delle sabbie. Le loro dimensioni, la loro consistenza, la forza di cui avrebbero avuto bisogno per muoversi attraverso tonnellate di sabbia. Per farlo hanno usato il cosiddetto, “sandscreen” o “schermo di sabbia”. 

Nei deserti della Giordania e degli Emirati Arabi Uniti, dove il regista Denis Villeneuve ha girato gran parte di Dune, tutto varia in sfumature di beige. Per abbinarlo, Lambert ha fatto qualcosa che non aveva mai fatto prima: ha trasformato i suoi geeen screen in marroni. Il Sandscreen ha permesso a Villeneuve di realizzare tutti i suoi scatti di bellezza nel deserto e a Lambert di aggiungere facilmente tutto ciò di cui aveva bisogno in post-produzione. 

Tutto quello che doveva fare era scambiare il colore della sabbia con qualunque edificio, sfondo o bestia desiderasse inserire nella pellicola. Ciò ha permesso che ogni ripresa sembrasse il più naturale possibile, permettendo perciò di dare vita ad una delle creature più iconiche della fantascienza viste sul grande schermo.

Il verso del Verme delle Sabbie

Come descritto da Frank Herbert in Dune, i vermi della sabbia sono enormi creature che vivono nei vasti ambienti desertici di Arrakis e producono la “Spezia”, ​​la sostanza più preziosa nell’universo conosciuto. Per i Fremen servono anche come mezzo di trasporto, agganciandosi con le redini al loro esterno scaglioso e stanno in groppa. 

Per filmare un attore che stava in groppa ad uno dei vermi delle sabbie, si è utilizzato un supporto mobile ricoperto con dei teli beige. ln questo modo si poteva girare la scena sul posto mentre cavalcava un verme della sabbia sulla piattaforma per poi aggiungere il verme sotto di lui con la CGI.

Il verso gutturale di Shai-Hulud, il verme delle sabbie di Dune, che sentiamo quando sta per attaccare e divorare tutto, è stato creato proprio da Mark Mangini stesso, sound designer che per Dune ha anche vinto l’Oscar per il Miglior sonoro.

Mark Mangini, però non riusciva a trovare un suono adatto e ha deciso di fare da sé. Il tecnico ha preso un piccolo microfono lavalier e lo ha lasciato appeso dentro la bocca, il più possibile vicino all’ugola. In questo modo, inghiottendo, ha ricreato il verso del verme inghiottire.

Ha poi amplificato il suono rallentandolo della metà, ma visto che era nella sua gola aveva già delle frequenze bassissime. Perciò quello che sentiamo in Dune ed in Parte Due non è altro che l’aspirazione dello stesso Mangini. Soprattutto lo stomaco del verme, lungo 400 metri, cosa che Denis Villeneuve ripeteva spesso per dare l’idea di come crearne il verso. Il regista voleva che si sentisse una sorta di aspirazione a secco del verme sul punto di inghiottire la preda.

Voi che ne pensate? Sapevate il grande lavoro che girava intorno alla realizzazione del verme delle sabbie? Fatecelo sapere con un commento.

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