Il titolo vi sembrerà un controsenso ma questo è Nick Fury. Un uomo che ha sempre agito contro le forze del male per portare la pace nel mondo, ma al tempo stesso un amante della guerra. Queste due anime convivono perfettamente nelle due miniserie scritte da Garth Ennis e disegnate da Darick Robertson tra il 2001 e il 2006 e ristampate da Panini Comics nel volume unico Fury: Il pacificatore.
Ho bisogno di un’altra guerra
In MAX: Fury, la Guerra Fredda è finita e il mondo è cambiato da quando Nick Fury era a capo dello S.H.I.E.L.D. Ora le guerre si combattono tramite potenti mezzi tecnologici e l’organizzazione stessa ha preso una nuova strada. Nick è un uomo disilluso e vorrebbe solo un’altra guerra dove sporcarsi le mani alla vecchia maniera. Inoltre, deve anche prendersi cura di un ragazzo con un grave ritardo mentale che lo porta sempre più vicino all’esasperazione. Tutto questo fino all’incontro con Rudi Gagarin, un ex soldato russo e membro dell’Hydra, che come Fury prova nostalgia per “i bei tempi andati”. A differenza del suo rivale storico, Rudi va oltre i suoi propositi e spinge il generale Makawao a condurre un colpo di stato per prendere il controllo dell’isola Napoleon, da sempre alleata degli USA. Per Nick è l’occasione che attendeva da tempo e si reca subito allo SHIELD per organizzare una squadra con la quale riconquistare l’isola. Inizia così una missione molto pericolosa che lo porterà a sporcarsi le mani e a utilizzare ogni mezzo per vincere, ma anche a porsi delle domande sui suoi ideali.
Operazione Peacemaker
Con Fury: Peacemaker si torna indietro nel tempo. Nel 1943, Nick è un soldato americano ancora inesperto. In una delle prime azioni di guerra in Tunisia perde tutti i compagni di squadra, senza ricevere il supporto aereo che si aspettava e viene risparmiato da un generale nemico. Questo lo porta a perdere un po’ di fiducia verso l’esercito statunitense e ad unirsi a una squadra di irregolari che compie sortite mirate per fermare i tedeschi. Alcuni anni dopo, Fury è a Londra e viene ingaggiato insieme ad altri soldati per una missione segreta: l’Operazione Peacemaker. Il loro compito è uccidere un feldmaresciallo tedesco che Fury ha già incontrato in passato e che controlla la Linea Sigfrido, che divide la Germania dagli attacchi di Francia, Belgio e Olanda. Nick è giovane ma già ben determinato ed esperto nell’arte della guerra e darà subito modo di dimostrare il suo valore in un’operazione che si farà molto complicata e per certi versi imprevedibile.
Le due anime di Fury
La prima miniserie è uscita nel 2001 per la linea editoriale MAX, dedicata a storie più mature, e questo ha permesso a Garth Ennis di non porsi limiti di nessun tipo. Pensate che, ai tempi, la serie aveva scatenato diverse critiche proprio per alcune scene giudicate troppo eccessive. Il suo Nick Fury è un uomo davvero violento e scorretto verso qualunque forma di autorità ma anche verso i più deboli. È sufficiente vedere gli epiteti indirizzati al povero ragazzo di cui deve prendersi cura o l’alta opinione che dimostra verso il nuovo SHIELD. Ha visto tante guerre nella sua vita e ne porta ancora i segni, ma sono stati proprio quei momenti a renderlo vivo. Fury è sempre stato dalla parte del bene, o almeno di chi considerava come tale, e nella sua mente questo è anche servito a giustificare tutta la violenza e il sangue.
Uscita nel 2006, la seconda miniserie è per certi versi più leggera, per quanto non manchino le scene brutali. Ennis e Robertson realizzano una storia di guerra più classica, ma importante per lo sviluppo del personaggio e che costituisce un prequel della mini precedente. Nel corso dei sei capitoli si alternano perfettamente momenti più distesi, di riflessione o di pianificazione, a scene di grande azione. Il nome stesso dell’operazione Peacemaker riprende quella contraddizione interna che vive in Fury: per arrivare alla pace occorre compiere un omicidio. Sono pensieri che sfiorano solo la mente del protagonista, che nell’azione da sempre il meglio.
Due miniserie ben scritte e disegnate da una coppia che tornerà spesso a collaborare negli anni successivi realizzando grandi storie (vedi The Boys), e che riportano all’essenza il personaggio di Fury, spogliandolo del ruolo di potente direttore dello SHIELD, e che risultano scollegate dal resto dell’Universo Marvel. In particolare, la mini MAX: Fury è davvero un piccolo gioiello di scorrettezza e violenza. Quindi, se vi piace lo stile di Ennis è un altro volume imperdibile!