C’è una storia ufficiale che troviamo scritta sui libri di storia, sugli annali e sui libri polverosi e consunti che gli storici di ogni epoca e luogo hanno prodotto. Poi c’è una storia alternativa, mai narrata, bollata come fantasiosa e speculativa, che si colloca nel labile confine tra verità e leggenda. Infatti, che siano esistiti personaggi storici come: Elisabetta I, Francis Drake e figure come corsari e pirati è un dato di fatto. Ma che questi personaggi storici abbiano incrociato il loro cammino con Godzilla, nessuno lo aveva raccontato. Ma come forse potrebbero essere andate le cose, provano a raccontarcelo Frank Tieri e Inaki Miranda, con Godzilla Hic Sunt Dracones, pubblicato in Italia da Saldapress. Ecco dunque la nostra recensione senza spoilers di un volume davvero speciale, vista la sua ambientazione, ma soprattutto perché esce in Italia in concomitanza con i settant’anni dall’uscita del primo film del brand, nel lontano 1954!
Hic Sunt Dracones!
Le vecchie carte nautiche recavano nelle zone di mare ancora inesplorate l’inquietante dicitura hic sunt Dracones, ovvero “Qui ci sono i mostri”. Il corsaro britannico Francis Drake è alla ricerca per conto della regina Elisabetta I, di un antico tesoro andato perduto secoli prima e che dovrebbe trovarsi su una misteriosa isola. L’atollo si trova in una zona dell’oceano atlantico ancora inesplorata, ma Drake è spinto nella sua caccia da una misteriosa moneta, raffigurante una specie di drago. Quello che il corsaro del Trono Inglese non può immaginare però, è che quell’atollo nel mezzo dell’oceano è nientemeno che l’Isola dei mostri, dove vivono molti pericolosi Kaiju, tra cui Godzilla!
Una storia di Godzilla atipica
Esiste sicuramente un certo canone nelle storie su Godzilla o almeno un insieme di storie definibili come più “classiche”. Tuttavia il brand ha dimostrato nel corso degli anni grande flessibilità, riuscendo a mantenere lo spirito originale, a dispetto degli importanti stravolgimenti, apportati dai vari adattamenti. Godzilla: Hic Sunt Dracones è la dimostrazione di questo assunto. Infatti pur essendo la storia ambientata nel 1500, ritroviamo tutti gli elementi di una perfetta storia di Kaiju.
Il racconto ha innanzitutto uno stile narrativo retrospettivo, infatti un pirata della spedizione di Francis Drake racconta gli eventi accaduti diverso tempo prima sull’Isola dei Mostri. Ciò fa si che la storia si muova lungo due linee temporali ben distinte, il presente narrativo e il passato. Le scene ambientate nel presente, con il pirata condannato a morte che racconta, diversamente da quelle ambientate nel passato, sono caratterizzate da una marcata vena comica. Questa è ben realizzata ma forse alla lunga un po’ ripetiva. Inoltre l’alternarsi tra le due linee narrative spezza forse un po’ troppo la narrazione.
Pirati contro Kaiju
Sicuramente la sequenza narrativa più accattivante sul piano narrativo di Godzilla: Hic Sunt Dracones, è quella ambientata nel passato durante la spedizione sull’isola. Qui si concentrano le sequenze più spettacolari, gli scontri, tra uomini e Kaiju e tra gli stessi Kaiju. L’irrilevanza dell’essere umano di fronte la forza imperiosa della natura è evidente sin dalla spettacolare copertina, che mette in relazione una nave pirata con il ben più maestoso Godzilla. Si percepisce durante tutto il racconto il senso di inadeguatezza dei protagonisti, formiche di fronte a dei giganti. In ogni caso comunque, al di là delle tante mazzate, la sequenza sull’isola narrativamente è abbastanza lineare, ricalcando perfettamente modi e tempi, di una storia di pirati che si muove tra l’iniziale caccia al tesoro fino alla sua spartizione, con la prevedibile resa dei conti finale. I Kaiju apparentemente sullo sfondo, ricoprono invece in alcuni punti, il ruolo di deus ex macchina della narrazione.
Parlando invece del presente, questo è il piano narrativo più fecondo, infatti tra una battuta e l’altra, scopriamo i retroscena della spedizione ideata da nientemento che da Elisabetta I. Senza volervi raccontare troppo, un grande complotto e una misteriosa società segreta, si disveleranno in un finale ricco di colpi di scena.
Disegnare i Kaiju
Potrà sembrare contraddittorio, ma disegnare Godzilla e i Kaiju è facile ma anche estremamente complesso. Facile perché ci sono tantissime fonti di ispirazione classiche e moderne da cui prendere spunto, ma è anche difficile perché per distinguersi serve un tratto che sia originale ma anche rispettoso del personaggio.
Inaki Miranda sceglie di utilizzare un tratto abbastanza moderno, pulito ma abbastanza sporco da risultare credibile. Disegna bene gli esseri umani e le ambientazioni, ma da il suo meglio con i Kaiju. Riesce a realizzare sequenze di combattimento davvero spettacolari e cariche di pathos. Usa una griglia molto dinamica e stringe allarga l’obbiettivo con grande maestria. Il suo tratto ha un che di cinematografico, unendo grande capacità narrativa alla spettacolarità delle sequenze.
Tirando le somme
In generale Godzilla: Hic Sunt Dracones si lascia leggere bene, pur mantenendosi su un registro abbastanza leggero. Non è sicuramente la storia più memorabile sul personaggio, ma è molto godibile. Diverte, intrattiene e delizia gli occhi di chi legge grazie a dei bellissimi disegni. Dunque assolutamente promossa! Se potete dategli una possibilità soprattutto se amate i pirati e volete una storia che sia fuori dalle righe e classica allo stesso tempo.
