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La vita bugiarda degli adulti-la recensione

Dal 4 Gennaio su Netflix!

Grazie a gli amici di Netflix, abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi della serie tv, in uscita dal 4 Gennaio: “la vita bugiarda degli adulti”. La serie tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante ha ampiamente incontrato il nostro favore. In questa recensione dunque, vorremmo spiegarvi come mai ci ha colpito tanto faovrevolemente.

La rinascita del neorealismo?

Lo so, lo so scomodare il neorealismo e tutto ciò che ha rappresentato non solo per l’Italia, ma per il cinema in genere è un azzardo, ma credo che molti di voi dopo la visione mi daranno ragione. La vita bugiarda degli adulti infatti è in grado di raccontare attaverso uno spaccato di vita tantissime dinamiche dell’Italia odierna, in modo mai banale. Raccontandoci di dinamiche e conflitti che tutti per esperienza diretta o per sentito dire abbiamo vissuto, ma mai in maniera banale. Questa serie ci racconta infatti delle tante dicotomie e delle tante mezze verità che caratterizzano ogni famiglia, e quindi di riflesso la nostra società.

La Vita Bugiarda Degli Adulti. (L to R) Valeria Golino as Vittoria, Giordana Marengo as Giovanna in episode 101 of La Vita Bugiarda Degli Adulti. Cr. Eduardo Castaldo/Netflix ? 2022

La vita bugiarda degli adulti

C’è un periodo dela nostra vita chiamato adolescenza in cui molte certezze vengono meno. Il corpo cambia, le certezze crollano insieme alle versioni idealizzate dei nostri genitori che si rivelano con tutti i loro difetti e bassezze. Così succede a Giovanna che all’inzio della sua adolescenza attraversa un periodo di crisi, che seguendo l’etimologia greca significa proprio trasformazione. Il rapporto con la sua famiglia borghese si complica, il suo rendimento a scuola crolla. Il vero momento epifanico però scatta quando viene paragonata alla Zia Vittoria, sorella del padre verso la quale è stata imposta una vera e propria dannatio memoriae. Impaurita dalla spauracchio della tanto bistrattata zia e temendo di rassomigliargli, Giovanna insiste con i genitori per conoscerla.

Un bagno nel fiume Lete

Giovanna in fine conosce la Zia, una donna verace che nutre un forte risentimento verso il padre di Giovanna, ma che presto adotterà spiritualmente la nipote inziando un intensa frequentazione. Mano a mano che il loro rapporto si intensifica, a Giovanna viene disvelata sempre più la vita bugiarda degli adulti, ovvero la grande menzogna o se preferite la grande bolla di verità fittizie e di apparenti buone maniere, in cui l’avevano fatta vivere fino ad all’ora i genitori. La Zia ha per l’appunto una funzione disveltrice nella narrazione, rompe il velo di Maya dell’idealizzazione pre adolescienziale che copriva i suoi occhi di bambina, guidandola nella transizione verso la consapevolezza.

La grande miseria umana

Così Giovanna scopre i motivi dell’allontanamento della Zia dalla sua vita e le radici del conflitto tra lei e il padre. Questioni di eredità, di amanti e di pugnalate alle spalle. Giovanna giorno dopo giorno vede le certezze e i punti fermi della sua vita crollare, compiendo una palingenesi graduale ma inseroabile dall’età dell’inocenza a quella della consapevolezza e del dubbio. Nel fare ciò esce della sua bolla, scoprendo la Napoli più autentica, quella dei quartieri malfamati dove al fianco di povertà, miseria e criminalità diffusa si nascondono spiriti liberi e autentici.

Fotografie e musiche

Le musiche in un misto di brani originali e non, sono il perfetto accompagnamento di una fotografia intima: che abbraccia il punto di vista dei protagonisti e ne cattura l’espressività attraverso emozioanti primi piani, facendoci addentrare nelle loro vite e nei vicoli di una Napoli autentica e mai stereotipata. Un ambiente urbano pregno di vita, realistico, credibile e mai caricaturale o sensazioanlistico. Insomma non vedrete vespe e panni stesi ovunque, ma un racconto soprattuto delle parti più povere di una Napoli degli 90 a metà tra il degrado e la ricerca di dignità e riscatto.

Un ringraziamento a Netflix e un enorme plauso a gli attori.

Un ringraziamento va a Netflix che ha deciso di investire nell’adattamento di un romanzo e in un cast italiano, con una protagonista molto giovane come Giordana Marengo. Dare budget e spazio a proggetti simili, non può fare altro che far crescere il cinema italiano e i suoi protagonisti del domani. Ma l’applauso più grande a a Valeria Golino, chiamata all’interpretazione non facile di Zia Vittoria, che sarebbe stato facile far scadere nel macchiettistico ove l’interpretazione attoriale non fosse stata così riuscita, e alla già citata Giordana Marengo, attrice giovanissima e visibilmente omozianata sul palco del galà organizzato da Netflix, ma che ha reso una prova attoriale pazzesca. Dunque soprattuto a lei mandiamo un grande agurio, che questo sia l’inzio di una brillante carriera al cinema, il talento sicuramente non manca.

Conclusioni

Che dire, se non lo avete ancora fatto accendete Netflix e godetevi la vita bugiarda degli adulti! Un grande prodotto che credo piacerà tanto ai giovani quanto a gli adulti, intrattenendoli e facendoli allo stesso riflettere.

Un racconto neorealistico accattivante, in grado di raccontare attraverso gli occhi di un adolescente la vita bugiarda degli adullti, ovvero il riflesso di una certa Italia ben pensante che nasconde più di uno scheletro dentro l'armadio.

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