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Nerdpool incontra Francesco Pardini

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Francesco Pardini aka AlexisVGC è un volto noto del competitivo Pokémon. Questo mondo si sta espandendo sempre di più e, con i recenti Mondiali che si sono svolti in quel di Yokohama in Giappone, sono stati registrati numeri da capogiro. Francesco ci ha dedicato un po’ del suo tempo per parlaci della sua passione e, soprattutto, dei suoi obiettivi nel prossimo futuro.

Partiamo con una domanda necessaria, come è nata la tua passione per Pokémon?

Come un classico bambino classe 90 ho cominciato a giocare Pokémon alle elementari. Iniziato con Pokémon Rosso, chiaramente su GameBoy, comprato direttamente dalle mie nonne che hanno deciso di viziare il loro nipotino. Ricordo ancora 300.000 lire in totale, con 250.000 lire di GameBoy e 50.000 lire di Pokémon Rosso e da lì ovviamente poi è scaturita tutta la passione che ho per questo per questo titolo.

Cosa ti ha spinto nel mondo del competitivo?

Sono sempre stato un ragazzo competitivo; gioco a basket da quando avevo 8 anni quindi la competizione è da sempre nel mio sangue e, ricollegandomi alla prima domanda, durante il periodo delle elementari tanti ragazzi cercavano un modo per completare il Pokédex, io ed altri 3 o 4 amici, invece, lottavamo tra di noi con il cavetto, senza ovviamente conoscere tutte le meccaniche del gioco. Già all’epoca volevo subito far vedere agli altri ragazzi che ero più forte con le lotte Pokémon e quindi è sempre nata spontanea questa voglia di competere.

Dopo esser cresciuto un po’, con l’avvento di Rubino e Zaffiro, sono arrivate le Lotte in Doppio e quindi le strategie si sono ingarbugliate, diventate più complesse e l’interesse ovviamente aumentato. Dopo l’aver scoperto gli effort values, che nei giochi in italiano vengono chiamati punti base, che ti permettono di poter personalizzare e modellare tutti i parametri di un Pokémon e quindi fare anche delle vere e proprie statistiche ad hoc molto personali… beh lì ci si è aperto un mondo, me lo ricordo… lo scoprimmo a Lucca 2005 quando, in uno stand Nintendo, io e Gioele, amico e rivale, ci fecero aprire gli occhi: uno standista, appassionato al competitivo, ci disse: “andate su questo sito americano, Smogon, e leggete la guida sugli effort values“… e lì chiaramente poi è competitivo all’ennesima potenza!

Cosa ne pensi del metagame di Scarlatto e Violetto e qual è la tua più grande soddisfazione di queste stagioni?

Giudico il metagame di Pokémon Scarlatto e Violetto molto positivamente. La Teracristallizzazione la ritengono una meccanica che, col senno di poi, si possa essere tutti concordi nel definire molto ben bilanciata, a maggior ragione con l’implementazione di un piccolo dettaglio che, in realtà, fa tutta la differenza del mondo, ovvero le liste aperte. Giocare, infatti, un metagame come la Teracristallizzazione senza le liste aperte, quindi senza sapere il Tera Tipo dell’avversario, sarebbe in realtà quasi l’opposto, un caos incredibile. A lista aperta, aggiunta a questa innovativa meccanica, i ragazzi di The Pokémon Company davvero fatto centro.

Al di là dei trofei personali, al di là di aver fatto recentemente Top quattro a Liverpool, in un regionale molto nutrito da più di 700 persone, e aver fatto l’anno scorso ai mondiali a Londra molto bene, insomma, la più grande soddisfazione, non come content creator ma proprio come giocatore, è quella di ispirare e cercare di contagiare molte persone. Far scoprire che il mondo del competitivo Pokémon è ancora sconosciuto a molte persone e si sorprendono di quanto sia profondo e godibile. Riscoprono poi la loro passione per i mostriciattoli tascabili e questa è sicuramente la più grande soddisfazione.

Cosa ti aspetti dal meta VGC che arriverà con i due DLC?

Alcuni nuovi Pokémon possono essere centrali, come già accaduto con l’avvento degli Urshifu, Regieleki e Calyrex. Storicamente i Pokémon dei DLC sono sempre stati, competitivamente parlando, molto validi e distorcono molto l’usage. Mi aspetto, quindi, che l’arrivo delle due espansioni porti enormi novità nel mondo del competitivo e non solo da un punto di vista offensivo, ma mi auguro (questa è più una speranza) anche da un punto di vista più difensivo perché, a proposito di Urshifu che al momento fanno parte del metagame contemporaneo, c’è bisogno di assecondare un po’ un gioco incentrato sul repositioning che, agli albori del competitivo di Scarlatto e Violetto senza Urshifu, si sentiva di più.

Cosa ti aspetti, invece, sul futuro del VGC?

Sono sono sempre stato in linea di massima molto positivo sul futuro del competitivo, questo perché personalmente non mi piace cercare di vedere sempre il marcio e di criticare ogni novità. Questa è una forma mentis che mi sono costruito nel corso degli anni e ultimamente ho realizzato di aver avuto ragione nello sperare che anche Pokémon si avvicinasse via via sempre più al mondo degli eSport, dato che ci sono state due novità veramente enormi nell’ultimo periodo.

La prima è la liberalizzazione, la possibilità di poter finalmente mostrare in Stream, previa approvazione da parte di The Pokemon Company, di marchi Sponsor su magliette di team che partecipano ad eventi sportivi. Questo ovviamente non può far altro che incentivare le grandi aziende a farsi pubblicità dinanzi ai grandi numeri che gli Stream di Pokémon fanno, oltre ad investire nelle varie squadre che competono.

La seconda, invece, è riferita al raddoppiamento e addirittura triplicamento dei premi in denaro rispettivamente per regionali e internazionali. Questo rende ancora più appetibile il gioco non solo a più persone, ma anche, sempre dal punto di vista sportivo, te lo dico anche da founder di un team sportivo quale il Team Aqua, rende anche più appetitoso e più “conveniente” voler investire in un giocatore, pagando le spese di una stagione a fronte di un ritorno, in percentuale sui premi in denaro che riceve. Quest’ultimo punto è stato recentemente implementato ed è una grandissima vittoria. Ci stiamo avvicinando veramente velocemente ad una competizione da vero e proprio eSport.

Negli ultimi anni sei stato un punto di riferimento per tanti novizi e veterani, io sono uno di questi non lo nego, che stanno entrando nel mondo del competitivo Pokémon. Quali sono, dunque, i tuoi obiettivi per la nuova stagione?

L’obiettivo della prossima stagione è di creare una nuova primavera di nuove leve, perché indubbiamente tante generazioni si stanno riappassionando dapprima con Sole e Luna, poi con Spada e Scudo e con l’arrivo degli ultimi titoli, hanno cominciato a giocare veramente tantissime persone che avevano mollato anni prima. Vorrei, quindi, rilanciare una nuova generazione, perché qualcuno di questi che ha cominciato su Sole e Luna, sei anni fa ormai, sta smettendo, è fisiologico e normale, vorrei appunto far riappassionare una nuova ancora generazione e far conoscere il competitivo specialmente su questi giochi che hanno, secondo me, uno dei migliori competitivi degli ultimi anni.

Al mondiale abbiamo visto tutti che tanti partecipanti sono stati squalificati per “genning”, cosa ne pensi riguardo questo fenomeno?

Argomento molto spinoso… Chiaramente il genning è indubbiamente illecito e quindi se si decide di punirlo non si può far niente per il semplice fatto che è vero, è assolutamente illegale. Bisogna ricordare, altresì, che il genning non va ad esagerare nei valori dei Pokémon rendendoli più forti di quello che sono, ma lo si fa solo per un motivo di tempo, di preparazione della squadra, specialmente in metagame così liquidi che cambiano nel giro di 2/3 mesi. Questi cambiamenti talvolta servono solo per modificare il Tera Tipo di un Pokémon, ma nel lato pratico esigerebbe 10 o 20 ore di gioco per raccogliere il numero di Teraliti richieste per il cambio tipo, salvo poi scoprire che magari la modifica fatta non va neanche bene.

Quindi, morale della favola, se si vuol punire con grande severità non ci si può appigliare a nulla, perché le regole sono chiare. Allo stesso tempo però si può, in maniera educata, far notare che il giocatore competitivo, se vuole essere veramente competitivo, ha delle esigenze anche temporali, non solo per il fatto che magari uno ha un lavoro e una famiglia, e che quindi non può essere devoto al gioco tanto da dedicarci 12-14 ore al giorno, puntando esclusivamente alla modifica tempestiva alla squadra, ma ci sono delle esigenze che, in tutti gli altri giochi ci sono, ossia quello di modificare con un editor direttamente ingame la squadra. Così facendo si andrà a modificare solo quello che è il reparto competitivo senza intaccare il single player. Se questo dovesse avvenire nei nuovi titoli, anche con l’avvento dei nuovi DLC, si taglierebbe sicuramente la testa al Tauros.

Ringraziamo Francesco Pardini per il tempo che ci ha dedicato, potete seguirlo sui suoi social: Instagram, Youtube e Twitch. Non vediamo l’ora di vedere i contenuti in arrivo sui suoi canali!

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