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Non sei invitata al mio Bat Mitzvah: la recensione del nuovo teen movie su Netflix

A partire dal 25 agosto, Non sei invitata al mio Bat Mitzvah – il cui titolo originale è You’re not invited to my Bat Mitzvah – è disponibile su Netflix. Nei giorni successivi alla sua uscita, il film è riuscito a classificarsi nella topo 10 della piattaforma streaming, arrivando persino al primo posto. Il teen movie vede il ritorno sullo schermo di Adam Sadler, questa volta nel ruolo di un padre di famiglia buono ma apprensivo. Sono proprio i familiari dell’attore a interpretare i componenti della famiglia Friedman e altri personaggi nel film. La nuova commedia young adult è tratta dall’omonimo romanzo di Fiona Rosenbloom, pubblicato nel 2005. Nella storia diretta da Sammi Cohen, le due protagoniste frequentano le scuole medie e si stanno preparando ai loro Bat Mitzvah, evento che nella cultura ebraica segna il loro ingresso nel mondo degli adulti. Ma per Stacy (Sunny Sandler) e Lydia (Samantha Lorraine), migliori amiche da una vita, questa cerimonia rappresenta molto di più. A loro si uniscono nel cast Sadie Madison Sandler, Jackie Sandler, Idina Menzel, Dylan Hoffman e Sarah Sherman. Ecco la sinossi ed il trailer di Non sei invitata al mio Bat Mitzvah:

Le amiche Stacy e Lydia si preparano per degli indimenticabili bat mitzvah, ma le cose cambiano quando un ragazzino popolare e alcuni drammi scolastici minacciano di rovinare tutto.

Di seguito, potete leggere la sinossi senza spoiler del film.

Un teen movie insolito

Incominciamo dai pro del film, anche se ad essere sinceri pochi aspetti ci hanno convinto pienamente. Quella che all’apparenza si propone come la classica storia adolescenziale, infatti, sorprende con alcune peculiarità. Innanzitutto, Non sei invitata al mio Bat Mitzvah offre rappresentanza alla cultura ebraica, ponendo come protagoniste proprio delle famiglie ebree. Si tratta sicuramente di un tratto originale, anche se troppo spesso banalizzato all’interno della trama. Viene poco approfondito il significato religioso della cerimonia del Bat Mitzvah: assumendo la prospettiva delle protagoniste, ciò che conta è la festa da organizzare per l’occasione. Come primo passo nel mondo degli adulti, il party deve essere perfetto e molto glamour, soprattutto agli occhi degli altri adolescenti. Se da una parte è lecito guardare l’evento dal punto di vista frivolo di due ragazzine, dall’altra risultano poco credibili le varie scene legate alla loro preparazione religiosa, oltre che non funzionali alla trama.

Infatti, anche la scuola ebraica è un pretesto per dare vita alle loro ambizioni sociali e sentimentali. Le protagoniste sembrano totalmente indifferenti alla religione ebraica, aspetto che sarebbe stato interessante se problematizzato. Il film avrebbe avuto l’opportunità di rappresentare un mondo – quello ebraico – spesso dimenticato dal cinema, ma non è riuscito veramente nell’intento. Nel film, il Bat Mitzvah risulta uno spunto narrativo non diverso dal prom nei teen movie dove i protagonisti sono liceali americani, ovvero un’occasione per apparire. Ed è proprio sotto questo aspetto che Non sei invitata al mio Bat Mitzvah rischia di essere diseducativo. Non assistiamo a una minima introspezione psicologica dei personaggi, se non appena abbozzata. Anche le relazioni, le amicizie e gli amori sono basati sulla superficialità. Gli adolescenti vengono rappresentati come una categoria stereotipata ed egoista, in cui alla fine è difficile distinguere il bullo dalla vittima.

Leggerezza o superficialità?

L’idea di realizzare un film leggero e senza troppe pretese è più che apprezzabile, non solo i lungometraggi impegnati possono intrattenere in modo completo. Tuttavia, come diceva il grande attore napoletano Peppino DeFilippo, “Far piangere è meno difficile che far ridere”. Il problema principale di Non sei invitata al mio Bat Mitzvah è proprio questo. Pur essendo una commedia dai toni comici, nella maggior parte delle scene non fa ridere, risultando alla lunga quasi noiosa e ripetitiva. Forse ciò è dovuto alla scrittura un po’ forzata dei dialoghi e, di conseguenza, alla loro interpretazione non troppo convincente. Spesso le battute cadono nel cringe, dando vita a situazioni imbarazzanti non particolarmente piacevoli da vedere. Vengono rappresentati degli adolescenti alle prese con i dettagli più frivoli e materiali della loro gioventù, rischiando di sfociare nella superficialità.

E’ l’emblema di questo problema la scena in cui Stacy deve comprare un abito da indossare per il suo Bat Mitzvah. La ragazza si reca in un negozio accompagnata dai genitori e si comporta in modo quasi infantile per ottenere l’abito dei suoi sogni, quello più costoso che la farà risultare una star agli occhi dei suoi coetanei. Quindi, Non sei invitata al mio Bat Mitzvah presenta una trama classica e potenzialmente divertente. Infatti, raduna molti elementi ricorrenti dei teen movie più diffusi: una protagonista un po’ goffa, una migliore amica simpatica, i corridoi affollati della scuola… Forse, però, qualcosa non funziona nella narrazione di tutto ciò.

Le “perdenti”

Stacy e Lydia non sono le uniche a fantasticare su un Bat Mitzvah straordinario, vari archi narrativi si incentrano proprio sui loro compagni e sulle loro compagne mentre cercano a loro volta di soddisfare le proprie ambizioni. Appare abbastanza triste il modo in cui molte amicizie, in primis quella tra le due protagoniste, si rovinino esclusivamente a causa di motivi frivoli e trovino poi un lieto fine non troppo diversamente. La scelta di porre al centro della trama un gruppo di amiche nerd e un po’ emarginate è sicuramente un espediente narrativo vincente. Lo dimostra il successo planetario di capolavori come The Goonies, Stranger Things e It. Proprio da quest’ultimo, il film sembra prendere ispirazione, citando ad esempio la scena dei tuffi dalla scogliera, mostrando alcuni frame del pagliaccio ballerino e definendo effettivamente Stacy e le sue amiche come delle “perdenti”.

Purtroppo, però, Non sei invitata al mio Bat Mitzvah non riesce proprio a ricreare la poesia seppur contrastante del gruppo di amici raccontato da Stephen King. Infatti, le protagoniste sono più che disposte a sacrificare la loro amicizia per i loro fini personali. Non soltanto non provano un senso di estraneità nei confronti delle ragazze più popolari e snob della scuola, ma anzi desiderano diventare loro amiche per avere una migliore reputazione.

I ragazzi del Bat Mitzvah

Allo stesso modo abbastanza freddo, vengono raccontati i primi amori vissuti dalle ragazze. Stacy e Lydia sono entrambe interessate a un ragazzo bello e popolare, Andy, quasi considerato come un oggetto da conquistare. Al di là del suo bell’aspetto, Andy si esprime quasi a monosillabi, non risultando molto sveglio né gentile: le protagoniste se lo contendono violentemente soltanto per ciò che lui rappresenta. In generale, il mondo maschile risulta particolarmente abbozzato nel film, con uomini e ragazzi visti in funzione di partner delle protagoniste. Se si trattasse di una satira o di una provocazione in stile Barbie sarebbe davvero interessante, ma in un film del genere questo tema non ha gli strumenti o il tempo per svilupparsi, dando così origine a confusione.

Non sei invitata al mio Bat Mitzvah è ora disponibile in streaming su Netflix.

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"Non sei invitata al mio Bat Mitzvah" ha il potenziale di un classico film adolescenziale divertente e leggero, ma nello sviluppo della storia qualcosa non funziona. I giovani protagonisti vengono mostrati intenti a inseguire i loro frivoli sogni, con scarsa cura delle loro amicizie, di conseguenza si fatica ad empatizzare con loro. Il film propone una rappresentazione del mondo adolescenziale e di quello religioso abbastanza triste, forse troppo poco approfondita e introspettiva. Con dialoghi che sfociano nel cringe, insomma, questo teen movie purtroppo non riesce davvero nel suo obiettivo di intrattenere.

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