back to top

Spiegazione del finale di Oppenheimer

La conversazione tra Oppenheimer e Albert Einstein ha un forte impatto sul finale del film.

L’atteso ed immenso film di Christopher Nolan Oppenheimer è ora nelle sale americane, da noi invece arriverà solo il 23 agosto, portando sul grande schermo la storia di J. Robert Oppenheimer e dello sviluppo della prima bomba atomica. Nonostante manchi ancora un mese all’arrivo del film nelle sale nostrane, ci è sembrato interessante analizzare uno dei dialoghi finali per tutti coloro i quali, navigando fra i contenuti d’oltre oceano, si siano fatti qualche domanda in più su alcuni aspetti del dialogo finale del film.

Il film, più incentrato su Oppenheimer – interpretato da Cillian Murphy – che sulla bomba stessa, è presentato in un formato non lineare che mostra non solo i suoi primi anni e il periodo trascorso alla guida del Progetto Manhattan, ma anche gli anni successivi e l’impatto che ebbe la sua vita personale e politica, in particolare quando Oppenheimer arrivò a capire cosa era stato scatenato sul mondo dopo il test Trinity.

La chiave di tutto questo è un’interazione tra Oppenheimer e Albert Einstein (Tom Conti) nel 1947 che si vede poche volte nel film, ma che ha un’importanza particolare proprio alla fine del film, quando scopriamo la vera portata del momento. Ed è un momento che lascia il pubblico con molto su cui riflettere.

Attenzione: spoiler su Oppenheimer oltre questo punto.

In vari momenti di Oppenheimer, ci vengono mostrati spezzoni di un breve incontro di Oppenheimer con Einstein nel 1947, quando a Oppenheimer viene offerto un lavoro a capo dell’Institute for Advanced Study di Princeton da Lewis Strauss (Robert Downey Jr). Per la maggior parte del film, gli unici scorci di questo incontro che vediamo sono da una prospettiva esterna – in particolare quella di Strauss, che lo vede solo da lontano e non sente effettivamente la conversazione tra i due scienziati e, quindi, presume che si tratti di lui. Questa supposizione viene inserita da Strauss in una lista di lamentele contro Oppenheimer e finisce per alimentare i suoi sforzi per distruggere la reputazione di Oppenheimer.

Tuttavia, alla fine del film, allo spettatore viene finalmente mostrata la vera natura di quella conversazione. Una delle cose che viene stabilita nel film è che la maggior parte della generazione “giovane” di fisici – vale a dire Oppenheimer e il suo gruppo – vede Einstein come qualcuno che ha portato avanti l’idea della fisica quantistica ma non l’ha mai abbracciata; Einstein viene presentato come parte del passato. Tuttavia, la conversazione con Oppenheimer rivela che in realtà Einstein si rende conto benissimo di ciò che il suo lavoro ha scatenato e delle conseguenze che ne derivano, e chiarisce a Oppenheimer che ora è lui il “vecchio” scienziato che deve fare i conti anche con ciò che ha portato avanti.

Tutti voi pensavate che avessi perso la capacità di comprendere ciò che avevo iniziato“, dice Einstein a Oppenheimer e poi aggiunge: “Ora tocca a te affrontare le conseguenze dei tuoi risultati“.

Einstein trasmette anche altre dure verità, dicendo a Oppenheimer che l’establishment scientifico verrà a lodarlo e a dargli premi e celebrazioni e a perdonarlo e a trattarlo bene, ma che alla fine quei riconoscimenti non saranno per lui, ma per loro, una sorta di assoluzione – e in effetti, al pubblico viene concesso un flash forward della vita di Oppenheimer e vediamo esattamente questo.

Ma forse l’aspetto più agghiacciante dell’interazione non è quello che Einstein dice a Oppenheimer, ma quello che Oppenheimer dice a Einstein. Mentre Einstein se ne va, Oppenheimer ricorda all’altro scienziato un momento dei primi giorni del Progetto Manhattan, quando Oppenheimer era preoccupato per i calcoli secondo cui, se avessero fatto esplodere la bomba atomica, avrebbero potuto creare una reazione a catena che non sarebbe mai finita e avrebbe incendiato l’atmosfera, distruggendo così il mondo. Quando Einstein chiede a Oppenheimer “Che ne è stato?“, Oppenheimer risponde: “Credo che l’abbiamo fatto“, prima che il film si chiuda sul volto di Oppenheimer e poi tagli su una serie sempre crescente di moderni missili nucleari e immagini di esplosioni nucleari tratte dalle visioni catastrofiche di Oppenheimer.

Il significato delle parole di Oppenheimer “Credo che l’abbiamo fatto” non è letterale, ma chiaro. Sebbene il test Trinity e le bombe atomiche che seguirono non crearono una reazione a catena incontrollabile che incendiò l’atmosfera e distrusse il mondo in un istante, esse innescarono un altro tipo di reazione a catena, in cui i governi mondiali continuano a creare e sviluppare dispositivi termonucleari sempre più potenti, con capacità sempre maggiori e terrificanti di distruggere la vita e il mondo. La catastrofica reazione a catena si è effettivamente verificata, ma forse non nel modo in cui egli temeva inizialmente.

È un’esperienza intensa, perché è una storia intensa. Recentemente l’ho mostrato a un regista che ha detto che è una specie di film dell’orrore. Non sono in disaccordo“, ha dichiarato Nolan alla rivista Wired. “È interessante che lei abbia usato la parola nichilismo prima, perché non credo di essere riuscito a metterci il dito sopra. Ma quando ho iniziato a finire il film, ho cominciato a sentire questo colore che non c’è negli altri miei film, solo l’oscurità. C’è. Il film lotta contro questo“.

Accanto al protagonista Oppenheimer, Cillian Murphy, ci sono Emily Blunt nel ruolo di Katherine “Kitty” Oppenheimer, Matt Damon nel ruolo di Leslie Groves, Robert Downey Jr. nel ruolo di Lewis Strauss, Florence Pugh nel ruolo di Jean Tatlock, Benny Safdie nel ruolo di Edward Teller, Michael Angarano nel ruolo di Robert Serber, Josh Hartnett nel ruolo di Ernest Lawrence, Dylan Arnold nel ruolo di Frank Oppenheimer, David Krumholtz nel ruolo di Isidor Isaac Rabi, Matthew Modine nel ruolo di Vannevar Bush, Josh Peck nel ruolo di Kenneth Bainbridge, Devon Bostick nel ruolo di Seth Neddermeyer, Matthias Schweighöfer nel ruolo di Werner Heisenberg, Christopher Denham nel ruolo di Klaus Fuchs, Guy Burnet nel ruolo di George Eltenton, Danny Deferrari nel ruolo di Enrico Fermi, Emma Dumont nel ruolo di Jackie Oppenheimer, Gustaf Skarsgård nel ruolo di Hans Bethe, Trond Fausa Aurvåg nel ruolo di George Kistiakowsky e Gary Oldman nel ruolo di Harry S. Truman.

Oppenheimer è basato sul romanzo American Prometheus, vincitore del premio Pulitzer, di Kai Bird e Martin J. Sherwin: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer. Il film arriverò in Italia il 23 agosto.

FONTECB

CORRELATI