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The Creator: la recensione del nuovo film di fantascienza

The Creator segna il ritorno alla regia di Gareth Edwards, che dopo aver diretto Rogue One, il prequel di Star Wars, torna al genere sci-fi. Questa volta lo fa con un film post apocalittico, ambientato in un futuro distopico. Infatti, vediamo come l’Intelligenza Artificiale sia stata creata dall’uomo per vivere con esso ed essergli d’aiuto nei lavori di tutti i giorni.

The Creator

Sembrava che la convivenza tra le due specie, visto che le Intelligenze Artificiali sono ormai auto-senzienti, stesse andando bene, fino a quando un attentato proprio dalle A.I. causò un’esplosione nucleare a Los Angeles che uccise milioni di persone. Questo costrinse gli Stati Uniti, ed il mondo occidentale, ad esiliare i robot verso l’oriente. Un film che, vista la trama, dovrebbe tenere attaccati allo schermo gli spettatori, ma che purtroppo non riesce a farlo. Questo è sicuramente compensato, però, da un comparto visivo straordinario, che rende tutti più immersivo.

The Creator ci porta su un pianeta Terra futuristico insieme alle A.I.

Come detto, The Creator pecca leggermente nel ritmo, ma ha un comparto visivo clamoroso che rende perfettamente l’idea di come gli essere umani abbiano iniziato a vivere gomito a gomito con le A.I. Le realizzazione delle stesse è ottima, e rende l’idea perfettamente di come potrebbero essere delle Intelligenze Artificiali in un possibile futuro.

Una foto di scena di THE CREATOR (20th Century Studios). Foto per gentile concessione dei 20th Century Studios. © 2023 20th Century Studios. Tutti i diritti riservati.

La realizzazione di tutto quello che riguarda le astronavi e l’arma suprema, Nomad, creata dagli umani è incredibile e complessa. Facilmente candidabile anche alla prossima cerimonia degli Oscar per gli effetti visivi, soprattutto per il basso budget del film, solo 80 milioni di dollari. Pochissimo se si considera l’ampio uso della CGI, anche nella realizzazione dei cyborg e delle scenografie. Visivamente è uno dei film migliori del 2023, The Creator può però considerarsi anche un film sulla conoscenza di se, e dell’accettare se stessi.

Un viaggio nella conoscenza di se stessi e sulla diversità

Se vi aspettate un war-movie, ed una guerra tra umani e robot non è questo il film che fa per voi. Perché, anche se effettivamente c’è una guerra tra queste due fazioni, è molto più statica e complessa di quanto si possa pensare. Infatti, il film è caratterizzato da un ritmo che alterna momenti dinamici ad altri decisamente molto più lenti, non è certamente quello che il trailer ci aveva teoricamente promesso. Purtroppo come spesso accade quello che potremmo immaginare da qualche scena prima della pellicola non è quello che effettivamente troviamo nella stessa.

Questo è il più grande problema di The Creator, il ritmo. D’altra parte se è quella la parte negativa, c’è da sottolineare come questa abbia un motivo, che si potrebbe tranquillamente leggere nel messaggio che il film trasmette, l’accettare se stessi e gli altri per come si è. Perché anche se da una prima impressione non si direbbe, questa pellicola parla di uguaglianza, riprendendo un tema molto attuale come quello dell’accettare un’altra cultura ed una nuova civiltà.

In The Creator, John David Washington è il cuore del film

Proprio questa difficoltà di accettare la presenza delle Intelligenze Artificiali, fa parte della personalità del protagonista di The Creator, ovvero John David Washington. L’attore interpreta Joshua, un ex agente delle forze speciali, che ha di recente perso sua moglie (Gemma Chan). L’uomo viene reclutato per una missione tanto importante quanto ardua: dare la caccia e uccidere il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’avanzata A.I. Nelle mani di quest’ultimo c’è il destino del mondo, perché ha sviluppato una misteriosa arma, che potrebbe mettere fine alla guerra, ma anche all’intera umanità.

Proprio Joshua, durante il suo percorso e dopo aver recuperato la bambina robot, inizia a capire che nonostante tutto anche le A.I. sono degli essere con sentimenti e non solo dei gusci vuoti. Lui, sin da piccolo odia queste creazioni dell’essere umano, in quanto durante l’esplosione della bomba atomica su Los Angeles ha perso tutto, famiglia ed amici. Però, durante il viaggio che lo vede cercare di difendere la piccola “Alphie“, capisce l’importanza di trattare ogni essere senziente allo stesso modo, senza disprezzo da una specie all’altra.

Un “road space movie” se così lo possiamo identificare, il viaggio dove il protagonista deve cercare la sua via e capire l’importanza di ciò che gli si sta palesando di fronte. Questa è l’essenza di The Creator, e anche grazie alla grande interpretazione di Washington il pubblico riesce perfettamente ad immedesimarsi nel protagonista.

Concludendo The Creator è un film molto più profondo di quello che si pensi

Edwards ci ha voluto regalare un film sci-fi, certamente, ma anche molto denso di significato ed attuale. Affronta infatti non solo quello che potrebbe accadere in un prossimo futuro, ma anche la situazione politica mondiale. Per prima cosa, la realizzazione di un’Intelligenza Artificiale è molto più vicina di quello che si pensi e la tecnologia sta facendo passi da gigante in questo senso.

The Creator ha fatto un ulteriore mossa, che potrebbe rivelarsi decisiva per il successo del film. Agganciandosi alla difficoltà di inserimento in una diversa società da parte degli extracomunitari, che vengono troppo spesso respinti. La pellicola è l’esatta trasposizione, certamente molto più accentuata, delle difficoltà di una società multietnica che anche oggi non viene accettata da molti e nella quale le persone, in questo caso le AI, vengono bistrattate e respinte da chi ha paura o da chi semplicemente non riesce a capirle al 100%, come il Joshua di John David Washington.

Voi che ne pensate di The Creator? vi è piaciuto il film? Fatecelo sapere con un commento

The Creator è approdato in Italia con grandi aspettative, recensioni che esaltavano la poetica di Edwards, paragonandolo addirittura a Terminator 2, definendolo il miglior film sci-fi degli ultimi 20 anni. Visivamente è uno dei migliori film del 2023 fino a questo momento, ma il ritmo poco costante, che non tiene sempre attaccato allo schermo gli spettatori, non lo classificano certo sopra Terminator. I lati positivi sono di certo quelli visivi, ma Edwards è forse rimasto troppo attaccato a Rogue One, ed infatti il finale, concettualmente e visivamente, ricorda proprio il prequel di Star Wars.

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