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The Last of Us Parte 2 Remastered – la nostra recensione

Prima di recensire The Last of Us Parte 2 Remastered credo sia doverosa una premessa.

Nel mondo dei videogiochi e dell’intrattenimento in generale si sta assistendo ad una corsa al realismo, dove ogni studio cerca di rendere i propri progetti il più fedele possibile dal punto di vista grafico, sonoro ed immersivo e quanto più vicini a quello che potremmo provare e sperimentale nella realtà.

Non nego di star già pensando che ormai manca veramente poco allo sviluppo di tecnologie che ci renderanno fisicamente partecipi a queste esperienze ma, al momento, dobbiamo “accontentarci” dell’offerta tecnologica al momento più all’avanguardia in questo campo, ovvero la Playstation 5.

Dall’annuncio della uscita all’hands on vero e proprio, la console di casa Sony ha sfoderato un arsenale rilevante: ray tracing di altissimo livello per gestire la luminosità e rendere le scene di gioco più vicini possibili alla realtà, comparto sonoro progettato per riprodurre in altissima fedeltà qualsiasi suono simulando anche l’intensità in basa alla distanza della fonte sonora dall’avatar del giocatore.

Infine, ma non per importanza, abbiamo la grande rivoluzione: il controller Dualsense, un dispositivo progettato per restituire un feedback sotto forma di vibrazione durante le varie interazioni dell’avatar con l’ambiente e con i personaggi/nemici che si incontrano ed un sistema adattativo di gestione dei grilletti L2 e R2 che restituiscono una resistenza più o meno forte alla pressione per simulare la resistenza di grilletti, oggetti più o meno pesanti, ecc…

Ma non dovresti recensire un gioco?

Questa è la domanda che sicuramente molti di voi si staranno facendo ed avete ragione, ma per raccontarvi al meglio il magistrale lavoro che i ragazzi di Naughty Dog sono riusciti a fare con la Remastered di The Last of Us Parte 2, il preambolo è necessario.

Cominciamo dunque il nostro viaggio all’interno di questo gioco che sarà un ripasso per chi ci ha già giocato ed eventualmente un punto di interesse a giocarci per chi non lo avesse ancora fatto.

La Storia

Della storia ormai sappiamo già tutto, visto che la versione originale per PS4 è uscita il 19 giugno 2020 e quindi è già stata sviscerata in ogni dove; potete leggerla nella nostra recensione qui.

Giusto per contestualizzare il tutto la storia di The Last of Us Parte 2 è il racconto del viaggio interiore e geografico di Ellie, cresciuta dagli eventi del primo capitolo, un viaggio guidato dalla vendetta nei confronti di un gruppo che si è macchiato della tortura e dell’uccisione di Joel.
Durante questo percorso Ellie affronterà il dolore per la perdita scatenando la sua furia sui vari componenti del gruppo e su chiunque, umani e infetti, si frapponga tra lei ed Abby, l’esecutrice materiale dell’omicidio; dall’altra parte ci troveremo a scoprire Abby, la sua personalità, la motivazione dell’omicidio ed il confronto con Ellie.

Vivere nel gioco

Non ci sono altre parole per descrivere l’esperienza di The Last of Us Parte 2 Remastered completamente fusa con la tecnologia Sony.
I comparti audio e video, già eccellenti con il titolo originale, sfondano la barriera che divide vero da digitale, grazie anche all’assenza di caricamenti dovuti alla potenza dell’SSD della PS5.

Audio

Il comparto audio viene potenziato dalla tecnologia 3D che ci immerge completamente nella sessione di gioco, con una varietà ed una completezza sonora che ci accompagna nei vari scenari: ogni suono è riprodotto fedelmente seguendo le regole di quello fisico come distanza, presenza di ostacoli (pareti, porte, ecc…), tipologia del materiale sul quale camminiamo o corriamo (legno, cemento, acqua, neve, erba, ecc..) permettendoci di “visualizzare” la stanza o il luogo in cui siamo come se fossimo veramente li.
Ogni personaggio o infetto che ci troviamo davanti in The Last of Us Parte 2 Remastered ha un’ampia gamma di suoni ogni volta diversi con lo stesso criterio di quelli di Ellie o Abby, rendendo unico ogni incontro che faremo nel gioco.

Video

Come detto in precedenza, The Last of Us originale presentava già una grafica eccellente, ma anche qui si assiste ad una evoluzione quasi realistica: il sistema di Ray Tracing e l’HDR ripuliscono completamente l’immagine, restituendo una qualità video ancora più limpida e variegata.
I colori sono più vividi e si avvicinano alle colorazioni reali dei materiali usati per i vestiti, gli edifici, la vegetazione.


Man mano che si muove all’aria aperta o in qualche edificio, la luce varia e si riflette seguendo l’inclinazione della rifrazione, illuminado direttamente o di riflesso l’ambiente, scomponendo i fasci per riprodurre fedelmente le condizioni di luminosità ed oscurità che avremmo nella vita reale nello stesso ambiente.


In The Last of Us Parte 2 Remastered il livello di dettaglio e l’accuratezza sono magistrali: la mancanza di interpolazione con gli oggetti, già presente nell’originale, è potenziata: le varie tipologie di terreno restituisco ognuna il suo distintivo effetto polvere quando vengono calpestate, l’erba viene schiacciata in modo diverso ad ogni passo ed a seconda di come ci si muove, sbattendo contro il ramo di un albero o cespuglio questo si sposterà a seconda di come lo abbiamo colpito e se c’è sopra della neve, ad esempio, questa cadrà dal ramo proprio come lo facessimo con uno vero.

Dualsense

E qui arriviamo a quella che per me è l’apoteosi di tutte le nuove feautures: il feedback aptico ed i grilletti adattativi sfruttati a pieno nel gioco.
Devo dirvi che sono rimasto estremamente colpito da come i ragazzi di Naughty Dog hanno reso il dualsense il “tramite” tra il giocatore ed il gioco, trasportandoti completamente all’interno di esso e facendoci vivere l’esperienza che il nostro avatar affronta.
In The Last of Us Parte 2 Remastered il sitema aptico ha una varietà smisurata di vibrazioni che ti trasmettono esattamente la sensazione di correre o galoppare nell’ambiente di gioco dove ogni tipologia di terreno avrà il suo ecosistema di vibrazioni, facendoci percepire la difficoltà di camminare ad esempio nella neve o in un corso, più o meno alto, d’acqua.
Stesso discorso per l’interazione con gli oggetti dello scenario e le armi: aprire una porta, usare un oggetto, sparare con un’arma od essere colpiti ci restituirà ogni volta un feedback diverso come lo stessimo facendo veramente, simulando sotto forma di vibrazione uniche e diverse tra loro gli effetti di forza applicata, materiale e in caso di armi il rinculo per ogni interazione che avremo con l’ambiente ed i nemici.

Immersività quasi totale

Non parliamo poi delle sessioni già presenti nell’originale dove potremo suonare la chitarra, con un ritorno tattile quando si pizzicano le corde tale da convincerti di averla in mano veramente.

Ci sono stati momenti durante le sessioni di gioco dove, al di là dell’evidenza, sembrava che stessi aprendo io una porta, sparando o subendo colpi contundenti o di proiettili.
Questi feedback sono restituiti anche durante le sequenze di intermezzo dove non abbiamo il controllo.

Tornando un’attimo sulle armi, il sistema dei grilletti adattativi reagisce meravigliosamente: ogni arma genera una resistenza diversa dei grilletti, sia usando le armi da fuoco che quelle bianche, contribuendo a rendere decisamente realistica l’esperienza di gioco.

Nuove aggiunte

Oltre a questo nuovo livello di esperienza, la versione Remastered porta con sè alcune novità.

Sotto il punto di vista dell’accessibilità assistiamo con piacere all’inserimento delle opzioni per l’audio descrittivo e la voce in vibrazione.

Sotto il profilo del gameplay troviamo:

  • la possibilità di giocare alcune delle sequenze che sono state tagliate in fase di realizzazione della versione ps4, con la possibilità di attivare i commenti degli sviluppatori
  • Una modalità Libera Chitarra dove è possibile passare tutto il tempo che si vuole a suonare una serie di stumenti musicali, tra i quali l’immancabile chitarra.
  • Una modalità Senza ritorno, dove ci verrà chiesto di sopravvivere ad una serie di scontri generati casualmente in sessioni dallo stile roguelike, utilizzando tutte le tipologie di nemici ed ambientazioni presenti nel gioco.
  • Una serie di skin sbloccabili per modificare l’abbigliamento o l’armamento di Ellie ed Abby
  • Un sistema di raccolta dei tempi delle speedrun dettagliate per livello di difficoltà o in modalità morte permanente.

Inoltre troviamo filmati sul dietro le quinte della realizzazione del gioco.

Vi ricordo che se avete la versione PS4 potete, ad un prezzo di 10 euro, eseguire l’upgrade alla versione PS5.

Conclusioni

The Last of Us Parte 2 Remastered porta con sè luci ed ombre della versione originale, ma le innovazioni tecnologiche inserite all’interno di questa versione riescono a portare il gioco su un’altro livello di qualità, dando un senso di immersività pressochè totale.
Le già citate funzionalità di Ray Tracing, audio 3D ed integrazione delle funzioni di Feedback aptico e grilletti adattativi portano il titolo molto vicino a frantumare il limite che divide il giocatore dall’avatar, stabilendo un nuovo standard, già elevato da titoli come Marvel’s Spider-man 2, su come dovranno essere sviluppati i nuovi giochi che gireranno sulle console next-gen.

Caldamente consigliato sia a chi ha giocato la versione originale ma vuole provare nuove sensazioni, sia a chi si avvicina al titolo per la prima volta, dopo aver doverosamente giocato il primo capitolo, alla ricerca di una storia intensa e accattivante, impreziosita dalle nuove features.

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La versione Remastered porta il titolo di Naughty Dog in una nuova dimensione, dove il confine tra gioco e realtà è veramente sottile. Grazie alle nuove features, The Last of Us Part 2 Remastered spinge verso la qualità tecnica che ci aspetta da titoli sviluppati per la next-gen, sperando che il testimone venga passato alle varie casa di produzione

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