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The Nun 2: la recensione

Grazie a gli amici di Warner Bros. Italia abbiamo avuto modo di vedere in anteprima The Nun 2, nono capitolo della saga Horror di The Conjuring. Ecco dunque la nostra recensione senza spoiler. Ci avrà convinto? Il voto potrebbe essere come sempre un buon indizio. Ma se volete saperne di più, continuate a leggere!

Clicca qui, invece, se vuoi sapere se ci sono scene post-credits alla fine di The Nun 2!

Una breve sinossi

1956 – Francia. Un prete viene assassinato. Un male si sta diffondendo. Il sequel del film campione d’incassi segue le vicende di Suor Irene, quando viene a trovarsi nuovamente faccia a faccia con Valak, la suora demoniaca.

Com’è questo The Nun 2?

Personalmente il primo mi aveva convinto, ma con qualche riserva. Dunque se dovessi sintetizzare questo secondo capitolo con una frase, direi che è il primo ma meglio. Attenzione non che questo secondo capitolo sia esente da difetti, ma colma molti dei difetti del primo, introducendone un paio inediti ma meno gravi. Dunque volendo partire da un’analisi più generale del film, direi che ci troviamo di fronte ad un ottimo film horror superiore rispetto alla media dei film di genere in sala, seppur inevitabilmente commerciale. Il perché ve lo raccontiamo nei prossimi paragrafi.

Un Horror che fa paura

Se il primo The Nun dopo un inizio fantastico, ci metteva un po’ a costruire la tensione, introdurre il villain e il vero scontro si concentrava nella parte finale, questo secondo capitolo vive di “rendita”. Nel senso che partendo da quanto di buono narrato nel primo, ha la strada spianata per raccontare una storia carica di tensione dal primo all’ultimo minuto. Il male non è stato fermato e come evidente dalla scena finale del primo capitolo, ha usato Maurice per continuare a diffondersi. Dove conduce la pista di sangue che Valak si sta lasciando dietro? Come fermarlo ? Ma soprattutto quanti verranno travolti nella sua scia di morte e distruzione? Lo scoprirete durante la visione di un film che salvo un eccezione, non ha particolari tempi morti e che vi trasmetterà uno stato di inquietudine. L’idea di un demone che assume la forma di una monaca resta un’idea tanto blasfema quanto geniale. Sempre affascinante è la parte legata all’iconografia e iconologia cristiana, ma più in generale alla mitologia cristiana sempre ricchissima di spunti ben sfruttati dal film.

The Nun 2 è un horror convenzionale?

Si e no. Sicuramente non tutti i film horror in sala possono vantare di far parte di un franchise tanto articolato come quello di The Conjuring. Ma se da una parte il film in fondo ricorre ai jump scare per spaventare chi è in sala, è pur vero che il film è molto di più perché riesce a racchiudere al suo interno tante storie e personaggi, che si intrecciano in un solo film. Rendendo questo capitolo assai più corale e ambizioso del primo.

I personaggi sono il vero cuore del film

In questo secondo capitolo di The Nun i protagonisti subiscono una netta impennata qualitativa. Partiamo da Sorella Irene, interpreta benissimo da Taissa Farmiga. Dopo un primo film, in cui partiva da novizia e in cui i suoi poteri erano ancora sfumati, poco definiti, finalmente il personaggio si delinea. Acquisendo profondità, spessore, protagonismo grazie ad un’ottima sceneggiatura accompagnata da una convincente prova attoriale. Capiremo insomma chi è e quale eredità porta sulle spalle. Bravissimo Jonas Bloquet ne panni di Maurice, che si scrolla di dosso la verve da playboy per diventare un personaggio davvero drammatico. Consumato dalla possessione, che vorrebbe fare del bene ma al contempo è corrotto dal male. Bravissima Anna Popplewell nei panni di Kate, ma soprattutto la giovanissima e talentuosa Katelyn Rose Downey nei panni di Sophie. Intorno a lei ruota una sottotrama legata all’emarginazione e al bullismo tra ragazzi, che per una volta non ho trovato forzata perché funzionale alla trama.

Nasce per un ruolo

Menzione d’onore per Bonnie Aroons, che è nata per questo ruolo. Non solo per un evidente conformazione fisica che la rende un’attrice pressochè unica, ma per l’enorme talento recitativo. La sua espressività, la sua capacità di incarnare il personaggio, rendendolo così spaventoso, sono irripetibili.

Il comparto tecnico di questo secondo capitolo di The Nun

Vorrei partire dal montaggio, davvero ottimo perchè riesce ad intervallare bene le due linee narrative che si incrociano a due terzi del film. Da una parte le indagini di sorella Irene chiamata ad un nuovo miracolo per fermare Valak alias The Nun. Dall’altra la storia ambientata nel collegio femminile, ex monastero dove il male si è intrufolato per mezzo di Francis. Diversamente nel primo film, il montaggio era meno fluido, con dei tagli repentini che spezzavano la narrazione. Le musiche sono davvero pazzesche, in grado di creare grande tensione senza sovrastare i dialoghi o risultare barocche. Convincenti i costumi e la ricostruzione degli ambienti, vetusti e macabri come si addice alla pellicola. Ottima la regia in grado di lavorare bene con i campi stretti, con il graduale allargamento del fuoco e con la classica telecamera che gira lentamente per rivelare l’orrore che si nasconde fuori dal campo visivo. Promossi anche il trucco e in generale la computer grafica, salvo un’eccezione di cui parleremo nel prossimo paragrafo.

Quindi tutto rose e fiori?

Seppur l’impressione generale è quella di un film solido, ben scritto e ben girato qualche difetto non manca. In primis il film, non suo voler alzare il tiro è a tratti barocco, pomposo soprattutto nel finale. A proposito di finale e scontro finale, sicuramente lo si allunga eccessivamente. Ricorrendo poi ad una tanto ridicola, quanto mal realizzata materializzazione di un iconografia di Satana, che se fino ad allora aveva avuto un ruolo interessante, viene ridicolizzata. Infatti The Nun, all’apice del suo potere decide bene di materializzare una capra gigante in pessima CGI, esteticamente terribile ma soprattutto inutile ai fini della trama. Andava evitata. Lato attoriale non mi ha convinto Storm Reid, vittima di un personaggio incompleto. L’idea del suo percorso per trovare la fede era uno spunto interessante, che però non viene in alcun modo sviluppato.

Conclusioni

Un ottimo film. Il franchise di The Conjuring si riconferma qualitativamente con l’ennesimo capitolo della saga. Il consiglio è quello di andare in sala per godervelo a pieno. Se non potete recuperare tutti i film della saga almeno vedete The Nun 1. Probabilmente vi piacerà talmente tanto che recupererete tutti e nove film. Alla prossima recensione!

The Nun 2 rappresenta un netto salto di qualità rispetto al già ottimo al primo capitolo. Questa ennesima perla dell'universo di the Conjuring, riparte da quanto di buono fatto nel primo film per poi costruire una film solido e davvero spaventoso. La sua forza risiede in tre elementi cardine: un ottima sceneggiatura, un cast convincente e una regia di mestiere che unite insieme ci restituiscono uno dei più bei horror commerciali degli ultimi anni.

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