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Esports e trucchi: escalation di reati ai tornei

Perchè questa invasione di persone che usano trucchi nei tornei internazionali?

Ultimamente sono accaduti vari incresciosi episodi di utilizzo di trucchi nel contesto degli Esports, in tornei di altissimo livello.

E’ abbastanza recente la notizia che un giocatore di Hearthstone, Jacob “Apxvoid” Coen, sia stato espulso dalla HTC Winter Championship per “stream sniping”

Cos’è lo stream sniping e come avviene nei tornei?

Per chi non ne fosse a conoscenza, lo stream sniping è una tecnica che sfrutta il fatto che l’avversario sia attualmente in streaming. Di solito viene usata per dare fastidio ad uno streamer carpendo informazioni sulla partita alla quale sta giocando per entrarvi ed interromperla o disturbarla guadagnandosi un breve momento di celebrità.

Per quanto riguarda i tornei e gli ambienti competitivi in generale invece è un modo di barare. In particolare lo streaming per i card game come hearthstone solitamente rivela le carte che il giocatore ha in mano.

Niente perciò impedisce ad un amico di uno dei due contendenti di vedere la diretta e riferire all’amico in qualche modo le carte in mano all’avversario.

L’efficacia di questa tecnica dipende molto dal delay, cioè dal ritardo (che non deriva solo da fattori tecnici , ma può essere “indotto” e controllato”) fra l’acquisizione delle immagini e la loro effettiva trasmissione online.

Più lungo è il delay, minore è la probabilità che le informazioni a schermo abbiano ancora un valore dal punto di vista competitivo, mentre mantengono il loro valore ricreativo e di intrattenimento.

Trucchi nei tornei, i precedenti

L’episodio di Apxvoid non è l’unico e nemmeno raro nella scena degli Esports degli ultimi anni: negli Stati Uniti la National PUBG League ha espulso quattro giocatori dai tornei per tre anni a causa dell’uso di trucchi in partite pubbliche e competitive.

Dopo poco, altri dodici giocatori hanno subito la stessa sorte per le stesse motivazioni nella controparte europea dei tornei di PUBG, la PUBG European League.

Altri esempi documentati sono stati visti in tornei di Counter-Strike: Global Offensive (aimbot), Hearthstone (stream sniping), Overwatch (account boosting), Starcraft 2 (match fixing).

Episodi simili sono sicuramente frutto di una transizione epocale del campo dei videogiochi.

Esports competitivi e trucchi : le cause

Partiti dalle case di ciascuno di noi e categorizzati come “passatempo per ragazzi solitari” essi sono diventati ormai un diffuso e (abbastanza) sdoganato metodo di intrattenimento.

Con l’aumento dell’utenza è aumentato l’interesse commerciale, e di conseguenza l’investimento economico in questo campo.

Parallelamente, anche un sottoinsieme del fenomeno videogiochi, ovvero quello degli Esports (tornei di videogiochi competitivi), ha acquisito una certa rilevanza.

Prova lampante è il proliferare di tornei con premi consistenti: uno previsto per maggio di quest’anno e organizzato nell’italianissima Capri ha un montepremi di un milione di euro.

Tutta questa attenzione e questo livello di investimenti ha amplificato un fenomeno già ben noto nel mondo dei videogiochi: l’uso di trucchi.

Sebbene sicuramente sia stato un fattore presente in passato, l’utilizzo di trucchi ha assunto un significato ed un peso diversi a fronte dei consistenti premi proposti dai tornei dei videogiochi più famosi dell’ultimo periodo.

Esports e trucchi: convenienza e dilemma morale

Pur considerando questa significativa motivazione solo ultimamente si è notato un picco di episodi del genere, segnalando come la remora morale ed il senso di appartenenza ad una comunità ormai non reggano più rispetto alle tentazioni economiche introdotte dal mondo degli Esports.

Non si può però evitare di chiedersi quali saranno le conseguenze di questi eventi dal punto di vista dell’immagine.

Ricordiamoci infatti che assieme all’ascesa dei videogiochi nel panorama globale c’è anche una rivendicazione forte della dignità del mondo degli Esports.

Una rivendicazione di riconoscimento come disciplina sportiva sfociato nelle trattative, soggette ad alterne vicende, con gli organismi ufficiali che gestiscono le olimpiadi.

Una “brutta figura” proprio in questo delicato momento non è il miglior biglietto da visita per rendere i tornei di videogames un’attrazione per il mondo intero.

E’ compito della statura morale dei singoli partecipanti alle competizioni portare avanti questa battaglia comune, si può solo sperare per il meglio.

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