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Origini Segrete: la recensione (no spoiler). Ecco cosa succede quando Iron Man incontra Sheldon Cooper

Origini Segrete, il nuovo film distribuito sulla piattaforma Netflix, promosso un po' in sordina, potrebbe diventare quel cult che nessuno si aspettava

Sapete qual’è, secondo me, uno dei pregi maggiori del piccolo schermo? Che da la possibilità di sperimentare “osando”.
Mescolando. Agitando. Unendo. Scindendo
Esattamente come se fossimo in un laboratorio.

Non un laboratorio di genetica (come viene trattato in Biohackers) ma in quei laboratori che tanto abbiamo imparato a conoscere nel prodotti della Marvel.
Dico Marvel non a caso, in quanto Origini Segrete va a pescare a piene mani dal quel mondo.
Solo che lo fa anche da The Big Bang Theory.
Lo fa da The Boys.
Lo fa dal mondo dei cosplayer.
Lo fa anche dal mondo dei migliori polizieschi/thriller.
Ma la cosa più interessante di questo film è che riesce a fare un mix convincente e che riesce a dare una luce nuova ad un argomento che si pensava oramai del tutto esaurito.

La trama

E’ già dalla trama (troppo spesso relegata a contorno) che troviamo gli spunti interessanti.
Anzi.
Iniziamo già dai titoli d’apertura che sembrerebbero aprire ad un film dalle tinte fosche, con richiami ad alcuni classici horror di primissimo piano.

A Madrid (e di nuovo ci troviamo in una produzione europea come nel già citato Biohackers), un omicidio tanto efferato quanto singolare vedrà il debutto di un giovane ed estremamente impostato ispettore, David Valentin (Javier Rey).
Durante le indagini, il suo partner, Cosme (Antonio Resines) scopre che l’omicidio ricorda eventi del mondo dei fumetti. In parte ostacolato ed in parte supportato (l’antitesi non è casuale ma non per il motivo che potete pensare) dal suo superiore Norma (Veronica Echegui), appassionata di cosplay, e dal figlio di Cosme, Jorge Elias (Brays Efe), vero esperto del mondo fumettistico, David deve venire a capo di una serie di efferati delitti.

Il cuore del film: diversi mondi fusi insieme

Il cuore pulsante del film, a parte la trama che, come dicevo già all’inizio funziona molto bene, è proprio la capacità di dare un taglio innovativo ad un argomento a cui oramai siamo abbondantemente preparati.

Per farvi un esempio, è come se guardando un film sugli alieni, percepiste un punto di vista che vi facesse dire “ehi, non ci avevo mai pensato!”

In Origini Segrete questa reazione c’è e la si può trovare per almeno due aspetti.

Partiamo dal primo: il cosplay.
Prima che Iron Man (sto ancora piangendo da Endgame), Hulk, Thor, Thanos entrassero a far parte della nostra vita quotidiana, esisteva un mondo composto da poche persone che venivano tacciate di “sfigataggine” (e non solo in America).
Il mondo dei “Nerd”.
Chi ne faceva parte, sapeva perfettamente che la parte fumettistica era solo una parte di quel mondo che è molto più frastagliato e ricco di quanto ci possa immaginare.

Una di quelle parti è costituita dal mondo cosplayer anch’esso pesantemente sdoganato da eventi fieristici (qualcuno ha detto Lucca Comics?) che, però, a livello cinematografico non aveva ancora trovato una sua dimensione.
Anche se siamo ben lontani da giganti stile Marvel, in Origini Segrete non solo se ne parla, ma si affronta l’argomento con alcuni dialoghi estremamente interessanti (quello in fumetteria lo reputo uno dei più profondo mai ascoltati).

Il secondo aspetto che potrebbe provocarvi l’esclamazione di cui sopra è la scelta di voler rappresentare il mondo dei fumetti e del cosplay per quello che sono, ovvero una rappresentazione di un mondo che non esiste ma che è perfettamente specchiante di quello in cui viviamo, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
In questo film, tratto tra l’altro dal libro di David Galan Galindo che è anche il regista del film,il mondo “Nerd” non è una riserva naturale in cui confinare alcuni elementi marginali della società, ma è la società.
Ne fa parte ed anzi ricopre, nel film, un ruolo fondamentale per “fermare” il cattivo che nel mondo reale toglie la vita “sul serio”.

Che il vecchio continente stia battendo il nuovo?

Al di là del film che comunque ha delle criticità non indifferenti (molti non apprezzeranno il finale nella sua stessa costruzione), quello che Origini Segrete rappresenta non è solo l’essere un film “che osa” ma rappresenta anche l’ennesimo segnale di una potenziale rinascita del mercato europeo.
Come scrivevo all’inizio, grazie alla grande varietà di produzioni che salvo rari casi può contare su un budget più accessibile rispetto ad una produzione cinematografica “classica”, il mercato europeo del piccolo e grande schermo sta ritrovando una sua via che, pezzo dopo pezzo, ha sempre meno da invidiare rispetto a quello statunitense.

Sia chiaro: le differenze ci sono sempre e rimangono enormi. Ma Origini Segrete lo si potrebbe inserire in quel percorso dove troviamo anche la produzione nostrana Lo chiamavano Jeeg Robot, con prodotti ricchi di citazioni ed inventiva, divertenti e che sanno coinvolgere.

Insieme a Dark e forse Biohackers (anche se qua si sta parlando di serie tv) non è da escludere che anche l’Europa possa trovare la sua via, incuneandosi una crisi degli Stati Uniti d’America che va oltre il mondo cinematografico.

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