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The Mandalorian: Vanity Fair intervista Rosario Dawson (Ahsoka Tano) e Dave Filoni – PARTE 2

Rosario DawsonDave Filoni, scrittore-regista del quinto episodio della seconda stagione di The Mandalorian e creatore del personaggio di Ahsoka insieme a George Lucas, sono stati intervistati in esclusiva da Vanity Fair. Ecco qui la seconda parte dell’intervista! (recuperate la prima qui!)

L’incontro con George Lucas

Abbiamo sentito diverse storie sull’ossessione di Werner Herzog per Baby Yoda quando era sul set la scorsa stagione. Rosario, come ci si sente a essere insieme a…dopo questo episodio possiamo chiamarlo Grogu?

Dawson: [Ride.] L’ho pensato spesso…come mi troverò sul set? In verità avevo già incontrato alcuni dei ragazzi che lavorano con Grogu sul set di Men in Black II. Quindi ho pensato che queste persone dovevano fare un lavoro simile da tantissimo tempo, uno controlla le orecchie, un altro gli occhi e muove le braccia. Ti trovi a tenere in mano questa creaturina adorabile che muove gli occhi, ti guarda e si muove, e la sua testolina è così soffice. È incredibile, sono d’accordissimo con Werner, capisco quello che diceva.

Hai incontrato anche George Lucas sul set.

Dawson: Ero lì nel giorno in cui è stata scattata questa foto [guardate sotto]. Qualcuno ha scattato la foto di George Lucas con Baby Yoda in braccio. Lo sto chiamando ancora Baby Yoda—Grogu! Ero proprio vicino alla foto, vestita come Ahsoka. E mi ricordo che internet è impazzito quando è uscita questa foto. È stato un momento stupendo e non potevamo crederci.

Com’è stata la tua esperienza con George?

Dawson: Ero molto nervosa, ma era fantastico essere lì con George e Dave. Ed è stato davvero divertente. Tutti e due mi guardavano ma in un certo senso non mi guardavano. Vedevano la loro immaginazione prendere vita.

Lo Spirito di Ahsoka

I fan hanno visto crescere Ahsoka su The Clone Wars, l’hanno vista andare per la sua strada, combattere da sola su Rebels. Cosa volevate rivelare del personaggio a questo punto?

Filoni: Ahsoka è, per mancanza di termini, un maestro, perché è ormai indipendente a questo punto. Me la immagino come un samurai senza padrone, il suo percorso l’ho paragonato spesso a quello di Gandalf; lei è quella che conosce le cose e può aiutare gli altri.

Come descrivereste il suo percorso di crescita?

Filoni: La vediamo comparire come una Padawan: giovane, ingenua, sfacciata e intraprendente. Poi, in Rebels, è un cavaliere più tradizionale, che cerca di capire come combattere una guerra. È molto esitante su cosa vuole essere e chi può diventare. Quando vedete questa versione del personaggio, capite che ha accumulato diverse esperienze ed è cresciuta grazie a esse. Ha visto succedere tante cose.

L’episodio si chiama “The Jedi,” ma Ahsoka ha abbandonato l’Ordine.

Filoni: Sì, penso che i fan amino questa complessità del personaggio. Si ricordano bene la battuta, “Non sono una Jedi”, da Star Wars: Rebels, ma è innegabile che abbia attraversato un addestramento Jedi. Penso che dimostri di essere Jedi in tanti modi. Ad esempio, nell’essere così altruista e rifiutare strade che potrebbero farle acquisire grande potere.

Dawson: Mi piace che lei vada in giro a fare del bene nell’universo. L’Ordine Jedi è scomparso, diviso, e molti membri vengono braccati. Ha perso tantissimo. Sta cercando la propria strada. Ha intrapreso un cammino che la fa essere sempre coraggiosa, saggia e pronta a sconfiggere ogni tipo di male. Penso che questo sia quello che amano i fan di lei. È quello che amo io. Rappresenta il bello dell’essere un Jedi, no?

Ashley Eckstein ha dato voce al personaggio per tanti anni. Che impatto ha avuto sulla versione live-action?

Dawson: Ashley ha svolto un lavoro encomiabile. È stata lì per tutta l’evoluzione del personaggio. Vedere come è cambiata la sua voce, la sua energia e ascoltare la maturità che ha sviluppato è un’esperienza molto affascinante. L’ho studiata a lungo e ho fatto il mio meglio per onorarla. Incredibile avere un’interpretazione così profonda come fonte di studio.

Filoni: Ashley è fantastica, e il personaggio che ha interpretato ha lasciato il segno. È una cosa quasi magica e ti fa capire come il personaggio sia stato concepito alla perfezione dal gruppo di lavorazione. Io ho scritto quasi tutte le storie del personaggio da quando aveva 14 anni ed è una cosa che non accade spesso.

Una controversia nella vita reale

Ahsoka significa tanto per molte persone, e queste tengono molto alla natura del personaggio. Perciò, Rosario, voglio chiederti qualcosa che va oltre The Mandalorian, e riguarda la preoccupazione tra i fan riguardo una denuncia rivolta contro di te lo scorso anno da un vecchio amico di famiglia. Ti accusavano di pregiudizi transfobici, ma l’hai sempre reputata infondata. Cosa vuoi dire ai fan di Star Wars che leggono queste cose e pensano che sei transfobica?

Dawson: Prima di tutto voglio dire che capisco la preoccupazione delle persone. Lo sarei anche io se sentissi qualcosa di simile. Ma, come si sta vedendo negli ultimi mesi, la verità sta venendo a galla. La persona che mi ha accusata sta ritirando le accuse, ma il fatto che venissero da una persona che ho conosciuto da tutta la vita mi ha reso davvero triste. Ma provo ancora grande empatia verso di lui.

Gli atti giudiziari dicono che 18 delle 20 accuse sono state ritirate volontariamente, ma ne rimangono due che riguardano un litigio fisico. Alcune persone potrebbero pensare “ecco un altro esempio di persona influente che si pone al di sopra del sistema”. Che cosa risponderesti a queste persone?

Dawson: Il motivo per il quale le accuse sono cadute è perché erano del tutto infondate. Sono cresciuta in un ambiente molto inclusivo, e così ho vissuto per tutta la vita. Ho sempre usato la mia voce per aiutare la comunità LGBTQA e far sentire le opinioni dei transgender, nei miei lavori nel mondo della fiction e della nonfiction. Penso che la questione sia abbastanza chiara.

Elementi personali

Molti attori dicono che quando si entra in una parte, c’è qualcosa che ci si porta dietro fuori dal set. Che cosa ti ha insegnato il ruolo di Ahsoka?

Dawson: Che il cammino non è facile, non è sempre chiaro. Per fare sì che le cose siano come tu vuoi, ci vuole lavoro e impegno e il voler fare la differenza. E credo che tutti abbiano questi poteri, e debbano continuare a provarci. Non è che diventi un Jedi e poi è fatta, finita. Devi continuare a compiere delle scelte.

Dave, hai ambientato l’episodio in un mondo ricco di foreste che è stato trasformato in una terra desolata. Mi aspettavo di trovare Ahsoka in un mondo rigoglioso, come la luna di Endor o la palude di Yoda su Dagobah.

Filoni: Onestamente, questa idea nasce dalla mia esperienza personale, visto che sono cresciuto in un’area (il Nord della California) dove ci sono spesso incendi. Negli ultimi quattro anni, io e mia moglie siamo dovuti scappare di casa per tre volte, ogni autunno. Quindi forse sto raccontando una storia che in qualche modo sento di poter controllare e capire. So che molto persone hanno vissuto esperienze simili. La maggior parte del set è bruciato, ma quando c’è Ahsoka sembra apparire un po’ di verde intorno a lei. È una cosa molto emblematica.

I poteri sono una benedizione o una maledizione per Ahsoka?

Dawson: Sono un dono, ma uno che richiede una forte disciplina. Tutti abbiamo dei doni, ma non tutti lo stesso rigore. Lei rappresenta davvero una persona che conosce la sua natura, che cosa significano questi doni, qual è il suo scopo e che li onorerà giorno dopo giorno, anche quando sarà più difficile. Tuttavia, nel caso di Grogu, si rende conto che il suo attaccamento al Mandaloriano potrebbe renderlo vulnerabile alla paura, alla rabbia, e questo può portare conseguenze disastrose, come è stato per Anakin.

Le rivelazioni su Baby Yoda

Da dove nasce Grogu, il nome del nostro piccolo amico verde?

Filoni: Il nome girava da un po’. Jon me lo aveva anticipato durante la prima stagione, e rimuginavo su come le persone potessero scoprirlo. Ho pensato che Ahsoka, grazie alla sua compassione, poteva riuscire a connettersi con il Bambino e a comunicare attraverso i ricordi e le esperienze, scoprendo il suo nome e comunicandolo a Mando e al pubblico.

Come Rey in Il Risveglio della Forza, il Mandaloriano non conosce l’intera storia di Star Wars. Non ha idea di chi sia Yoda. È per questo che serviva qualcuno come Ahsoka?

Filoni: Ho pensato che una delle cose più affascinanti di Ahsoka potesse essere che lei è una delle poche persone che direbbero, in una storia, “ho conosciuto qualcuno come lui. Ho visto un altro essere che gli somiglia.” Mi sono dovuto trattenere dal farle dire qualcosa come “è un Yoda bambino?”.

Non è solo il nome a far riferimento a Yoda…

Filoni: Vede il bambino e pronuncia la parola “Yoda” per la prima volta nella serie. Il compositore Ludwig Göransson ha fatto una cosa speciale, cambiando la musica, solo per un momento, nella “Yoda’s Theme” di John Williams. Questi sono i momenti che amo, e per quello ho sempre insistito sull’uso della musica giusta per ogni scena. Abbiamo avuto l’occasione di rendere onore al personaggio per un piccolo momento.

Perché avete pensato che questo fosse il momento giusto per rivelare il suo passato?

Filoni: Pensavo che se qualcuno doveva conoscere il suo passato non poteva essere altro che Ahsoka. Ha una lunga storia alle spalle. Lasciarle raccontare il passato permette agli spettatori di conoscere anche un po’ di più il suo passato. Un po’ come quando Obi-Wan racconta a Luke la storia di suo padre. Molte scene intorno al falò prendono spunto da quella scena in Una Nuova Speranza.

Ahsoka teme il peggio, e lo capiamo da una battuta che sembra riferirsi alla trasformazione di Anakin in Darth Vader.

Dawson: Sa che cosa potrebbe accadere. Mi piace il fatto che faccia riferimento ad Anakin. Sa cosa succede anche ai “migliori di noi” quando la paura e la rabbia prende il sopravvento. E’ un personaggio solitario, ma la Forza la spinge a continuare a fare il bene.

Filoni: Vuole fare del bene e aiutare le persone, ma invece che farlo come i Jedi, invischiati nelle faccende della Repubblica, lo fa da sola in giro per la galassia. Inoltre, ha un’altra grande missione.

Abbiamo scoperto che sta cercando il Grande Ammiraglio Thrawn. L’ultima volta che i fan hanno visto Ahsoka era nel finale di The Clone Wars, ma nell’attuale cronologia di Star Wars, l’ultima sua comparsa è alla fine di Rebels, in partenza con Sabine Wren per trovare Ezra Bridger, scomparsa insieme a Thrawn. Come si incastra quella scena con The Mandalorian?

Filoni: Non deve essere per forza tutto in ordine cronologico. Da bambino ho imparato che, nel mondo di Star Wars, nulla funziona in maniera del tutto lineare. A partire dagli episodi 4,5,6 e poi 1,2,3…lo sapete bene. Riguardo al tuo riferimento, se vedete il finale di Rebels non sapete davvero quanto tempo sia passato. Può essere che la storia che sto raccontando su The Mandalorian accada prima di quell’evento. Sto dicendo che è possibile.

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