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Dragon Ball Super: Broly – La mia esperienza

Domenica 3 Marzo, sono finalmente stata anche io al cinema a vedere Dragon Ball Super: Broly.
Avevo l’hype alle stelle e non vedevo l’ora arrivasse il fatidico giorno per vederlo sul grande schermo.
Grazie alle news lette nei mesi precedenti, sapevo già cosa aspettarmi.

Sono sincera: avevo paura di arrivare in sala e di restare delusa dalla pellicola.
Paura ovviamente debellata in due nano secondi, appena mi sono seduta in sala Energia all’Arcadia di Melzo e sullo schermo sono apparsi Broly, Vegeta e Goku.

Non sono mai stata una di quelle fans che sa tutto a menadito (nella mia nerditudine sono tra le meno moleste, forse!), a volte mi scordo anche di scene che per altri sono state epiche. Una caso? La morte di Bardack.
Si, signori. L’ho detto.

Ammetto anche di essermi commossa al cinema (avanti, lo so che non sono stata l’unica!). Nonostante la scena della sua morte ne “Le origini del mito” sia graficamente resa meglio, con un primo piano sul volto del valoroso saiyan, vedere questa scena sul grande schermo ha liberato le mie lacrime.

Moscerini negli occhi a parte, vorrei parlarvi di quello che mi ha lasciata veramente di stucco.
Gogeta: una di quelle figure che non ho mai calcolato più di tanto o, per la quale, non ho mai avuto grande interesse. Come del resto è successo anche per Broly (quanto lo amo dopo questo film? È adorabile).

Vi chiederete che razza di fans sono, forse. Queste sono le basi, dopotutto!
Beh, ora posso finalmente fare parte della schiera di esaltati per questa fusione!
Epica.
Ho adorato come Goku riesce sempre a convincere Vegeta alla fusione per salvare Bulma.
Mi è piaciuto che abbiano richiamato agli errori di fusione che sono stati anche di Trunks e Goten.
Alla battuta “avere un nome mi renderà più affascinante”, il mio amore per Gogeta è esploso alle stelle!

Strafottente, giocherellone, furbo e affascinante. Nonché fortissimo. Lo scontro con Broly è stato pazzesco e mi ha tenuta incollata allo schermo col fiato sospeso per tutto il tempo.

Se vi piaceva il vecchio Gogeta, avrete adorato questo!

Nella forma Blue è qualcosa di fenomenale.
Michelle tutti quei fotogrammi “brutti” e quelle esplosioni troppo digitali rispetto al resto durante lo scontro? Non ti hanno infastidita?
Un po’, lo ammetto ma… è passato tutto in secondo piano.
Il combattimento è stato reso benissimo: tutti i movimenti e le sfere di energia viste sul grande schermo, con quella grafica e quei colori che richiamavano la saga Z mi hanno emozionata così tanto, da non dar peso a quei fotogrammi poco curati. Senza parlare della colonna sonora azzeccatissima in ogni scena.

A conferma del fatto che Gogeta sia consapevole di tutto il suo fascino e di tutta la sua potenza, nell’ending, la sua figura sfoggia un ghigno da vero adulatore e si apre il giubbino nero, mostrando fiero i pettorali.

Gogeta è la perfetta unione di due combattenti saiyan che hanno da un lato un carattere orgoglioso e strafottente e dall’altro un carattere giocherellone e spensierato. Il risultato? Un affascinante guerriero che sa benissimo di essere tale. Così come Toriyama e il suo team sapevano benissimo di aver creato un film sensazionale e, a mio avviso, ci sono riusciti benissimo. L’ultima scena non è stata solo un autocompiacimento di Gogeta, ma dell’intero franchise per il prodotto che hanno sfornato.

Concludo questa recensione non recensione, affermando che Dragon Ball Super: Broly è un film che non può mancare alla visione. Avrei voluto sapere di più sulla storia dei saiyan, su quel piccolo Radish che appare per pochissimi frame e sul passato di Broly.
Questo film mi ha fatto ricredere su quelle certezze che avevo.
Akira Toriyama e il suo team hanno fatto un lavoro pazzesco e mi hanno fatta innamorare ancora, e sempre di più, di Dragon Ball.

Adesso che hanno reso canon Broly e Gogeta, mi aspetto che ne facciano buon uso per i loro progetti futuri. Voi avete visto il film? Vi è piaciuto?

Se siete curiosi di saperne di più sul fantastico mondo di Dragon Ball, seguiteci sulla nostra rubrica settimanale Le Palle del Drago e sulla nostra pagina Facebook.

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