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Dust. La caduta di Londra – Tra nazisti ed alieni

Dust. La caduta di Londra, soggetto e sceneggiatura di Lites Chris, disegni di Fabbri Davide (Star Wars), Bulgheroni Luca, Fabbri Giulia, Neziti Domenico ed evocativa copertina di Parente Paolo è edito in Italia da Sergio Bonelli Editore ed è basato sull’universo narrativo del gioco da tavolo Dust.

Dust. La Caduta di Londra – Chris Lites, AA. VV.; Sergio Bonelli Editore

La storia comincia in apertura con quella che vorrebbe essere una documentazione riservata sui protagonisti delle vicende. Dei dossier, in piena tradizione X-Files, usati per far entrare subito il lettore nel mondo distopico nel quale è ambientato Dust. C’è da dire che le informazioni sono tante, tutte sintetizzate in alcune schede, alle quali sarebbe stato preferibile una forma di narrazione diversa.

Ci troviamo quindi, subito dopo aver conosciuto i protagonisti, in una Londra sotto assalto dove i nazisti sono disposti ad usare qualsiasi mezzo per radere al suolo la città. Persino una tecnologia creata da un folle scienziato.

L’ambientazione di Dust è un grande what if ?, con Londra assediata dall’asse durante la seconda guerra mondiale ma con elementi fantastici e steampunk. Non meravigliatevi se vedrete la resistenza rincorrere una squadra di nazisti con un jetpack o se l’aviazione usa dei tecnologicissimi aerei per bombardare dall’alto.

Dust. La caduta di Londra, AA.VV., Sergio Bonelli Editore

Cosi come già menzionato in altre occasioni, è sempre interessante leggere in quante sfaccettature ed alterazioni sia raccontato o rielaborato il fenomeno del fascismo nell’arte in generale. Anche se l’elemento più ricorrente e sicuramente più “affascinante” di quell’orrore che fu il nazismo è la sua vicinanza all’esoterismo e alle pratiche occulte.

In Dust non manca il Doktor Terror di turno, il folle scienziato entrato in possesso di una tecnologia capace di scatenare la furia di uno dei Grandi Antichi. Anche qui l’ossessione per Hitler e i suoi sottoposti per l’occulto viene utilizzata come elemento attorno cui far girare la narrazione.

Se l’evocazione di questo grande antico nella prima parte della narrazione è ben raccontata e davvero sembra rappresentare la fine del mondo, difatti diventa abbastanza banale e viene subito debellare nella parte finale della storia che sembra concludersi in maniera molto raffazzonata e goffa.

Nonostante l’enorme potenziale narrativo dell’ambientazione e dell’universo creato il tutto si accartoccia su se stesso in un finale banale già visto altrove. Resta comunque un’opera interessante per sperimentazione e comparto grafico che è una delle cose più belle viste ultimamente.

Un'ambientazione davvero originale e dei disegni stupendi non sono abbastanza per una storia che promette tanto e si conclude in maniera banale.

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