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Forspoken: la nostra recensione!

Annunciato all’E3 del 2020 come “Project Athia“, il nuovo prodotto di Square Enix si è presentato agli spettatori come un gioco dalle ambizioni spinte. L’obiettivo di Luminous Production, studio interno alla software house giapponese, era quello di spingere al massimo l’hardware di Playstation 5 su cui poi il gioco sarebbe uscito in esclusiva. Distribuito poi con il nome di Forspoken, lo abbiamo giocato e divorato e ora siamo pronti a dirvi la nostra in questa recensione!

Athia in Rovina

Infine il nome del progetto non era che il medesimo della terra fantasy in cui la storia prende piede per la maggior parte del tempo. A guidare noi, e viceversa, c’è Frey: una senzatetto di New York che si ritrova in questo continente fittizio quando ci viene teletrasportata dopo aver ritrovato un particolare bracciale dorato. La ragazza chiama quest’ultimo, quasi in tono scherzoso se non dispregiativo, Cuff. La presenza di questo personaggio inanimato è di spalla comica per la maggior parte dell’avventura: aspettatevi scambi di battute e insulti con pochi peli sulla lingua da una parte e dall’altra.

forspoken dragon

Athia ci viene presentata immediatamente come una terra funestata da una piaga conosciuta come la Rovina, che trasforma animali ed umani in mostri aggressivi. Come se non bastasse, le quattro guide del popolo, conosciute come Tanthas, sembrano assoggettate ad una follia che le rende incapaci di comportarsi da condottiere.

La storia di Forspoken è a nostro parere il punto forte della produzione. Il racconto procede sì schematico, ma il ritmo narrativo riesce a rimanere alto per quasi tutto il tempo e i colpi di scena si presentano uno dietro l’altro complice anche la durata al di sotto degli standard degli open world moderni. C’è da dire che bisogna dare più di una possibilità a Frey perché non riuscirà a colpirci fin da subito con il suo umorismo pungente. Presentata quasi come un antieroe, il suo arco di redenzione si prende tutto il tempo necessario per mostrarci una persona qualsiasi intrappolata in un nuovo mondo che fatica ad essere chiamato casa. Niente da dire sulla prova attoriale di Ella Balinska che dà voce e sembianze all’eroina di Athia.

Il gameplay di Forspoken

Le meccaniche di gioco sono croce e delizia dell’opera Square Enix. La produzione ci viene presentata come un open world zeppo di cose da fare, molto variegate, ma fini a sé stesse. Sarà che siamo troppo abituati ai livelli narrativi delle missioni secondarie di God of War, ma qui esplorare labirinti, disinfestare villaggi e affrontare prove servirà solo per sbloccare cappe e smalti per le unghie più potenti. Questi due, peculiari elementi saranno quasi alla stregua di skin e non serviranno neanche troppo per poter affrontare i nemici.

Il sistema di combattimento è si ragionato e profondo ma fin troppo complicato per essere gestito come si deve. Nello specifico, R2 lancia magie di attacco selezionate in una ruota dei comandi che appare tenendo premuto R1. I corrispettivi L2 e L1 servono per lanciare e selezionare magie di supporto. Giusto ripetere che il sistema è profondo, ma a volte capita di dover avere più esperienza di un pianista per selezionare l’incantesimo corretto o desiderato. Ciò si tramuta in una continua interruzione dell’azione – data anche dal time laps invasivo quando si aprono le ruote di selezione.

forspoken bear

Inolte, in alcuni momenti gli scontri ci sono apparsi noiosi per via di un comportamento poco scontroso da parte dei nemici. Che siano boss o semplici lupi modificati, non è difficile imbattersi in un avversario che gira all’impazzata a torno a noi, o viceversa, con questo che non prova in alcun modo ad attaccarci e spezzare la nostra guardia a dispetto dei riflessi. Già che ne parliamo: un’altra delle abilità di Cuff è quella di sondare l’ambiente circostante e nemici. In questo modo, con l’ulteriore pressione di un tasto, sarà possibile visualizzare resistenze e debolezze a tutti i tipi di attacco.

Invece, in Forspoken l’esplorazione è determinata dal parkour magico. I poteri donatici da Cuff permettono di coprire in breve tempo lunghissime distanze, effettuare balzi enormi e cadere da altezze spropositate senza subire danno. Non vi spoileriamo altro ma sappiate che andando avanti nell’avventura sbloccherete altri mezzi di navigazione. Niente di eccezionale sia chiaro, non sbloccherete parti di mappa prima inaccessibili, ma sono delle chicche che le prime volte sarà piacevole scoprire.

La magia degli FPS

Il lato peggiore in assoluto di Forspoken è quello tecnico. Il gioco non è in pessime condizioni, sia chiaro, ma si nota subito l’inesperienza degli sviluppatori nei dettagli grafici. Non mancano le zone in cui i frame calano quasi a zero, specie nei momenti più concitati dove gli effetti particellari sono sparati a mille. I volti dei personaggi, escludendo Frey e altri comprimari, sono a malapena abbozzati e soffrono di una carenza di particolari che classificherebbero il gioco come esclusiva Playstation 3 invece che di quest’ultima generazione.

Grazie all’SSD della console Sony i caricamenti sono veloci come mai prima d’ora, soprattutto quelli che precedono il teletrasporto. Purtroppo, quando gli sviluppatori piazzano cinque filmati uno dietro l’altro, è inutile avere tale velocità se il giocatore deve attendere che Frey si fermi, si oscuri lo schermo e carichi quei secondi di cutscene. Tutte mancanze tecniche che, agli occhi del pubblico generalista, possono bloccare dall’acquisto di un gioco che potrebbe dare molto.

Un buon lavoro è stato fatto con il Dualsense della Playstation 5. Si possono sentire gli effetti di un incantesimo direttamente sui palmi delle mani grazie al feedback aptico. E anche lanciarne uno, che sia di supporto o offensivo, vi sembrerà più complicato all’irrigidimento dei dorsali. Questo potrebbe in verità andare a gusti, dato che uno spam continuo di incantesimi potrebbe provocare dolori al dito in uso.

forspoken magic

Le musiche di Forspoken

Più volte mi sono fermato nel menù principale ad ascoltare il tema principale del gioco. Forse non lo sapete ma parte della soundtrack è composta da Bear McCreary, lo stesso de Gli Anelli del Potere di Amazon. Ancora una volta dà prova delle sue abilità intavolando una colonna sonora di tutto rispetto. Coinvolgenti e sopraffine, le musiche vi accompagneranno durante la storia e nell’esplorazione di ogni angolo di Athia.

Di contro, non si può non parlare dell’audio design riservato a Forspoken. Spesso si rischia di incappare in bug e mancanze che spezzano l’atmosfera del gioco. Per fare un esempio tra tutti quelli che vengono in mente, mentre si segue un personaggio che sta parlando e si gira la visuale, si rischia di sentire la voce ovattata come se la persona si trovasse in un’altra stanza.

La nostra conclusione

Che cosa dire infine di Forspoken? Il gioco è più che godibile e trascina il giocatore in un’avventura che non perde quasi mai colpi se non per qualche rallentamento, specie nelle fasi iniziali della storia. Potreste odiare Frey, arrivare persino a pensare di sbarazzarvi del suo umorismo spegnendo la console, per poi rendervi conto che dietro quel muso duro si nasconde una persona che sta subendo un’evoluzione, che cambia. E il giocatore insieme a lei, grazie alle magie, alle tecniche apprese e a ciò di cui viene a conoscenza per apprendere le dinamiche che muovono Athia.

Peccato per il comparto tecnico, vero punto debole della produzione che per certi versi lo rende un gioco alla stregua di alcuni usciti dieci anni fa. E non dimenticate di fare come me: fermatevi qualche minuto ad apprezzare la musica che permea i castelli in rovina e le pianure verdeggianti di Athia. Forspoken è perfetto? No, ma potrebbe valere la pena scoprire cosa queste imperfezioni celano alla vostra vista.

Grazie per la vostra attenzione! Vi ricordiamo di seguirci su Nerdpool.it per ulteriori aggiornamenti e recensioni su questo e su molti altri argomenti nerd! Fateci sapere qui sotto nei commenti cosa ne pensate di Forspoken, se ci avete già giocato o i vostri dubbi sull’acquisto.

Forspoken è quel bambino che Square Enix dovrebbe rimproverare perché in classe "È intelligente ma non si applica". La passione degli sviluppatori c'è e si vede, ma avrebbero potuto dare quel qualcosa in più che, con la sua assenza, rende il gioco niente di più che un passatempo per evitare la noia, intrattiene ma senza stupire.

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