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L’Immortale – Il Libro dell’Era Bakumatsu 1: Recensione

Manji, il celebre “Uccisore di cento uomini”, torna protagonista di una nuova serie sequel de L’Immortale di Hiroaki Samura: L’Immortale – Il libro dell’Era Bakumatsu. Dopo aver terminato la ristampa della serie originale in 15 volumi di grande formato, Planet Manga ci presenta il primo numero di una storia ambientata quasi cento anni dopo che si preannuncia piuttosto interessante. Scopriamola insieme…

TRAMA

L’alba di una nuova era sorge sul Giappone. Ottant’anni dopo la battaglia con l’Ittoryu, Manji, il samurai immortale, conduce una vita pacifica. Fino a quando la visita di un ospite inatteso non reclama di nuovo i servigi della sua spada…

CONSIDERAZIONI GENERALI

La breve sinossi presente nel retro del volume contiene in sé diversi elementi da approfondire. Innanzitutto, il contesto temporale, estremamente importante in questa serie, forse più che nell’originale. L’aspetto storico è determinante per far capire al lettore che cosa sta succedendo in quegli anni in Giappone. L’Era Bakumatsu (1853-1867) segna un grande cambiamento per il Paese e il passaggio dal Periodo Edo a quello Meiji. Questa transizione non avverrà in modo pacifico, ma seguiranno anni di guerra civile per il Sol Levante. La società è fortemente divisa in due schieramenti. Da una parte i lealisti dell’Imperatore, intenzionati a mantenere l’autonomia del Giappone ed “espellere i barbari” dal territorio. Dall’altra, le forze dello shogunato, supportate dallo shinsengumi, una forza di polizia già protagonista del primo volume della serie.

Il ruolo dei samurai nella società è estremamente cambiato rispetto agli eventi de L’Immortale e l’arte della spada ha assunto un nuovo significato, avvicinandosi forse all’ideale portato avanti dall’Ittoryu, ma che l’organizzazione capeggiata da Kagehisa Anotsu non è mai riuscita a veder realizzato. Manji è stato messo a dura prova, sia nel fisico che nell’anima, dagli eventi della serie originale ma, grazie al suo potere che gli garantisce l’immortalità, è l’unico a ricordare quello che è successo.

Dalle prime pagine del volume, capiamo che il protagonista ha trascorso un periodo in America, dove sembrava comunque trovarsi a suo agio, anche nel confronto con una cultura del tutto diversa da quella giapponese. Tuttavia, per il momento, sappiamo ben poco della sua vita nel Nuovo Continente, visto che veniamo subito trasportarti qualche anno in avanti, in Giappone, per fare la conoscenza di un giovane ragazzo intenzionato a chiedere l’aiuto di Manji per una missione a Kyo. Il protagonista non ha più grande desiderio nel combattere ma rimane colpito dalle sue parole e decide di seguirlo. Avendo trascorso molto tempo all’estero non sembra ben consapevole della situazione politica del Giappone e, inoltre, vuole visitare Kyo, ovvero la moderna Kyoto. In questo modo, la serie prende già le distanze dalla precedente, ambientata quasi interamente nel territorio di Edo (l’odierna Tokyo).

Il fattore storico, già accennato in precedenza, ritorna anche nei numerosi personaggi presentati in questo volume. Molti sono ispirati a figure realmente esistite e ben conosciute in Giappone. A tal proposito, bisogna riconoscere un grande merito alla redazione italiana che giunge in aiuto dei lettori, con note tra le pagine e un ampio approfondimento a fine volume.

I primi capitoli mettono subito in evidenza un dettaglio: Manji non ha perso la sua abilità con la spada e i combattimenti di questo volume lo dimostrano alla perfezione. Il disegnatore Ryu Suenobu, al suo esordio, cerca di ispirarsi al tratto di Hiroaki Samura. Devo dire che riesce a compiere un egregio lavoro, benché risulti meno efficace negli scontri, dove si perde un po’ quel pathos che li rendeva epici nell’opera originale. La storia è opera di Renji Takigawa, ma lo stesso Samura collabora con i due mangaka, anche se non so bene in che misura. La sua presenza è certamente positiva perché indica che questo sequel è “approvato” dal creatore dei personaggi e che questi non verranno troppo snaturati.

CONSIGLIATO?

È ancora presto per poter giudicare la storia, ma ci sono sicuramente vari elementi interessanti. L’ambientazione storica ben approfondita e i combattimenti senza freni sono sicuramente due ingredienti di cui tener conto. Chi ha appena concluso la lettura della nuova edizione de L’Immortale potrebbe restare deluso. La storia presenta tante somiglianze, sia come impostazione iniziale che per la presenza di alcuni personaggi legati al passato di Manji. Non bisogna certamente aspettarsi un capolavoro com’era a tutti gli effetti la serie precedente. Da parte mia, la vicenda mi ha incuriosito al punto giusto e voglio darle un’opportunità. Un elemento positivo è che il protagonista è sempre lo stesso, quindi se, come me, vi siete affezionati a lui, sarà bello tornare a vederlo combattere. Un inizio piacevole, da non sottovalutare…dategli una chance!

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