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Press Cafè con Joe Manganiello

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Uno degli ospiti internazionali di Lucca Comics & Games 2023 di maggior risalto e ambasciatore della fiera all’estero era Joe Manganiello. Attore, produttore, regista, autore, ma soprattutto un vero nerd, specialmente per quanto riguarda Dungeons & Dragons. Durante i giorni di Lucca, abbiamo avuto modo di partecipare al press cafè, presentato da Zoltar, organizzato direttamente da Lucca Comics & Games, in compagnia di altre testate e del poliedrico artista. Ecco qui un piccolo resoconto di quanto è stato detto.

Tutta la tua vita è stata condizionata da Dungeons & Dragons…

Ma certo! Sono un nerd, mi capite.

Joe è qui per presentare il documentario su Gary Gygax, ma anche un super nerd, un giocatore incredibilmente serio. Sei anche un dungeon master (da ora dm). Cosa ti ha dato Dungeons & Dragons?

Ho iniziato a fare da master a 9 anni. Le mie storie riflettevano i libri che leggevo in quel periodo, come lo Hobbit o Stephen King. Poi ho compreso che Dungeons & Dragons ha il suo focus sui personaggi, sul loro sviluppo. La storia arriva in seguito e da autore, da scrittore, le abilità da DM sono le stesse che servono per fare serie TV perché sono le stesse. Impari a parlare con più voci. Il rapporto con il party  è simile a quello degli attori sul set, essere un DM ti aiuta a relazionarsi con gli altri artisti. Impari ad ascoltare i personaggi perché possono darti ispirazione, proporti idee migliori per la storia che volevi raccontare. Stessa cosa sul set. Come artista ho capito che ci possono essere molte svolte nella trama che non vedi. Devi imparare a abbracciare queste nuove vie, senza rigidità. Per esempio, in True Blood, alla fine del primo libro Lafayette muore, ma non nella serie perché l’attore era bravissimo. Questo è ciò che fanno autori e DM, si adattano e cercano la miglior storia possibile. Nulla è scritto nella pietra, puoi cambiare la storia, anche come giocatore e con Dungeons & Dragons ho imparato a cogliere gli spunti, a far vincere l’idea migliore.

joe manganiello
Joe Manganiello mentre spiega uno dei suoi concetti sul dungeon mastering in sala stampa.

A seguire le domande rivolte a Joe da parte delle persone presenti in sala stampa.

Cosa pensi del film di Dungeons & Dragons?

Sono onesto, non l’ho visto. Ero troppo impegnato con la serie e la produzione del documentario.

Quando sono in ansia, nella vita reale, tiro i dadi. Lo fai anche tu?

Lo faccio con i mostri. Gygax diceva “Tira i dadi e fai quello che vuoi”. Io invece interpreto i dadi e i loro risultati. Peccato che tiri sempre alto.

Quale consiglio daresti ai giovani interessati a D&D? Tu, in prima persona, cosa hai provato?

Da giovane ne ero ossessionato. Sempre sulla scrivania, chino a leggere e creare, nonostante i soliti “vai fuori a giocare”, poi in età adulta si sono trasformati in “trovati un vero lavoro”. Solo che all’epoca non sapevamo che dirigere, creare personaggi e raccontare storie sono le stesse abilità che servono per il mondo dello spettacolo. Dungeons & Dragons non è solo un gioco, è una forma d’arte americana. Ti trova, ti forma come creatore e come artista. Ho parlato con tutte le figure professionali e tutti gli showrunner erano dei DM. Al tempo, non sapevamo che potessimo farci soldi, ma non potevamo fermarci dal creare le nostre storie. Ora siamo consapevoli di come ci abbia aperto e accompagnato al mondo del lavoro.

Classe, razza e incantesimo preferito?

Della scatola rossa, la risposta è unica: Elfo. Mentre l’incantesimo era Sonno.

Mentre invece ora, con la 5a edizione, la mia preferita è il dragonborn e la classe è l’oathbreaker paladin. Dovete sapere che sono nato nel 1976, l’anno del drago del fuoco, poi ho scoperto che le mie discendenze sono gallesi. Una nazione che, guarda caso, ha proprio il drago come simbolo e i miei antenati erano dei cavalieri medievali. Non poteva che essere questa la mia razza e classe preferita.

Quali autori ti hanno influenzato maggiormente come DM?

Sicuramente i libri di Dragonlance, ma penso anche di essere molto “europeo”. Mi ispiro alla storia. Come sopravvivere a una guerra, vedere le armate nemiche che avanzano. Mi chiedo cosa accadrebbe. Il mondo si è salvato o le armate nemiche hanno trionfato. C’è così tanta storia per cercare di capire perché gli esseri umani si comportino così. Poi ci sono i libri di psicologia che mi aiutano nel motivare i personaggi a farli diventare eroi. Cerco storie legate alla natura umana e che mi permettano di esplorarla.

Cosa ne pensi di Baldur’s Gate 3?

Ero uno dei playtester. Credo sia il miglior gioco da 5 anni a questa parte. Sono anche amico di persone che giocano insieme, da parti diverse degli Stati Uniti e trovo fantastico che si possa giocare anche così. Se ci pensate, i videogiochi esistono grazie a D&D. L’idea di punti vita, livelli e progressione del personaggio arrivano tutte dalla creazione di Gary Gygax. Sono contento che abbiano fatto centro con questo gioco, ma io sono vecchia scuola. Sono un giocatore dal vivo, ho bisogno di carta e matita, ancora ora. Non stampo nulla, scrivo tutto.

A questo press café è poi seguito un panel dedicato al documentario sui 50 anni di Dungeons & Dragons, di cui Joe è produttore, autore e regista. Durante quell’incontro abbiamo scoperto di come si sia procurato oltre quattrocento ore di filmati registrati e delle moltissime interviste che ha fatto per documentare l’impatto di Dungeons & Dragons sulla cultura generale. Sicuramente un documentario che siamo estremamente curiosi di vedere e che attendiamo con ansia.

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