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Stuffed – recensione dell’FPS procedurale con orsetti e giocattoli

Un orso di peluche che imbraccia fucili giocattolo per combattere contro altri giocattoli e mostri d'ombra fuori dalla cameretta della sua padroncina, cosa potrebbe andare storto?

Ne panorama sempre più fitto e stratificato dei videogiochi indie è sempre più difficile ormai farsi strada verso il successo o anche solo una giusta considerazione, essendo ormai quello del gaming indipendente un settore estremamente competitivo dove la qualità delle produzioni è sempre più elevata tanto da rivaleggiare spesso e volentieri con i titoli cosiddetti “tripla A”. Ci prova questa volta un piccolo sviluppatore chiamato Waving Bear Studio, portando Stuffed su Xbox One e Series X/S, dopo la pubblicazione su Steam.

Il titolo è un misto tra FPS e Tower Defense in cui nei panni di un orsetto di peluche (si, avete capito bene) dovremo difendere la nostra padroncina Ellie, una bambina come molti impaurita dal buio e preda di facili incubi, difendendo da fuori la porta della sua cameretta dagli attacchi di ondate di giocattoli ostili e altre creature d’ombra nate dalla fantasia e dai timori della fanciulla. Il tutto in ambientazioni generate proceduralmente le quali rendono ogni partita diversa dalla precedente. La premessa piuttosto originale sarà stata supportata da un comparto tecnico e ludico di buon livello? Abbiamo provato il gioco su Xbox Series X ed ecco le nostre impressioni, come sempre made in NerdPool!

Un gameplay poco rifinito

Il problema più grosso di Stuffed risiede proprio in quello che dovrebbe essere il suo punto di forza ed il focus della produzione, ovvero il gameplay puro o ancor più in dettaglio il sistema di controllo. Purtroppo la calibrazione dell’analogico destro è completamente sbagliata, il che rende davvero poco preciso il guardarsi intorno e mirare, anche con la mira di precisione attivabile premendo il grilletto sinistro del pad (in pratica sposta solamente la visuale senza modificare la sensibilità della mira). Le opzioni per la gestione del controller sono risicatissime e troviamo quindi solamente un selettore per la sensibilità della levetta, cosa che non risolve il problema in quanto anche diminuendola si rallenta il movimento della visuale rendendolo più gestibile, ma resta impreciso e davvero poco divertente da gestire.

Stuffed

Abbiamo anche provato ad utilizzare mouse e tastiera (supportati dal gioco anche su console ma probabilmente in maniera non voluta in quanto non compaiono i prompt relativi a schermo e non vi è alcuna opzione dedicata nel menu per gestirli) ma la situazione non cambia, la mira è ugualmente mal calibrata e difficile da gestire, non sappiamo se nella versione nativa per PC le cose siano migliori, ma anche se fosse vorrebbe solamente dire che il porting su Xbox è stato davvero poco curato, ed è un peccato perché le meccaniche di gioco non sarebbero nemmeno male.

Il gioco risulta molto semplice da assimilare, in ogni partita si affrontano dieci ondate di nemici che all’inizio vengono direttamente contro di noi, ma col susseguirsi delle ondate cominciano a spostare l’attenzione anche verso la porta della cameretta di Ellie (dotata di una barra di resistenza). Ad ogni nemico sconfitto il nostro orsetto guadagna punti da poter spendere per acquistare munizioni, armi, strumenti di riparazione per la porta o potenziamenti presso dei precisi punti situati in giro per la mappa, la quale come detto essendo generata proceduralmente cambia ogni volta la propria conformazione.

La proceduralità è la procedura giusta?

In un periodo dell’industria in cui la generazione procedurale non viene vista particolarmente di buon occhio dall’utenza (basti pensare al periodo del lancio di No Man’s Sky o alle recenti critiche a Starfield e ai suoi pianeti generati con questo sistema) non sappiamo quanto sia buona l’idea di presentare un titolo come Stuffed dalle meccaniche così semplici ed intuitive dotandolo di un sistema simile di generazione dei livelli. Il risultato è che spesso la difficoltà della partita varia decisamente in base a come viene generata la mappa, talvolta offrendo un solo accesso verso la porta da difendere e quindi favorendo il giocatore che dovrà concentrarsi su quell’unico passaggio, mentre altre volte il design ambientale rende più difficile la difesa della cameretta in quanto lascia diversi corridoi o rampe di scale a disposizione dei nemici per raggiungere il loro obiettivo.

Stuffed

Inutile poi dire come l’utilizzo di mappe generate proceduralmente porti inevitabilmente ad un riciclo continuo di asset e in generale ad una serie di mappe che si percepisce chiaramente quanto non siano state pensate da qualcuno e “disegnate” a mano, e ciò abbassa notevolmente la voglia di esplorarle per cercare eventuali segreti o power-up nascosti (non lo sono mai, si trovano sempre in punti ben visibili e riconoscibili).

Il comparto tecnico, pur essendo un indie molto economico (costa poco più di 12€ sullo store di Xbox), non fa certo nulla per nascondere la sua origine “artigianale”, graficamente non è nemmeno bruttissimo ma è ottimizzato davvero male, il framerate è ballerino (su Series X!) e soffre di un tearing molto marcato su console, unito poi alla gestione pessima della calibrazione della levetta analogica destra di cui parlavamo prima fa capire quanto il progetto sia stato davvero poco curato, almeno sulle piattaforme verdecrociate. L’audio è senza infamia e senza lode, con poche musiche ma che si adattano bene al contesto, ed effetti sonori standard ma funzionali.

Stuffed sulla carta poteva rappresentare un divertente esperimento nel panorama indie. L'idea di trasportare le meccaniche di un FPS in un contesto così "giocattoloso" poteva offrire quella freschezza che molti titoli in questo panorama spesso sono in grado di regalare. Peccato che la resa complessiva del gameplay sia minata da una gestione della generazione procedurale delle mappe che toglie equilibrio fra le partite oltre che offrire arene con poca personalità, e la gestione del sistema di controllo renda frustrante anche solo mirare ai nemici. La pessima ottimizzazione su console poi dà il colpo di grazia ad un gioco che dalle premesse sembrava poter offrire qualcosa di più.

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