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Un giorno senza nome in un tempo senza noi – Recensione

La società moderna è collassata su se stessa, la natura ha ripreso il sopravvento e gli esseri umani rimasti vivono in un mondo ostile dove vige la legge del più forte e la violenza è all’ordine del giorno. Un futuro non ben precisato, che oggi inizia a non sembrarci troppo inverosimile, ma che, per il momento, resta tra le pagine di Un giorno senza nome in un tempo senza noi. Una storia inedita di Isaak Friedl e Yi Yang che arriva per SaldaPress dopo Luce e Cosmo.

L’amore ai tempi dell’apocalisse

Tule e Uvi si amano e cercano di trovare il bello nella natura che li circonda e nelle piccole cose. Ma il mondo è diventato sempre più crudele e gli uomini non si fanno scrupoli a compiere ogni violenza. Quando una banda di schiavisti attacca il loro villaggio i due ragazzi cercano di fuggire, ma per loro sarà solo l’inizio di un viaggio drammatico e pieno di ostacoli.

L’atmosfera romantica, da sogno, che si respira nelle prime pagine è subito interrotta dal sopraggiungere della realtà e di una malvagità che alberga dentro gli esseri umani e che non permette di pensare al futuro. Nel mondo di Un giorno senza nome in un tempo senza noi, dove ogni giorno la sopravvivenza è appesa a un filo e il più debole è destinato a perire, forse aggrapparsi ai sentimenti è l’unica speranza che resta.

Suddivisa in brevi capitoli, la storia è ricca di colpi di scena e di colpi al cuore, visto che nessuno può considerarsi al sicuro ed è solo collaborando che i personaggi possono provare a resistere. Le differenze sociali tra ricchi e poveri risaltano ancora di più in questo scenario dove i secondi finiscono per essere solo schiavi e merce in vendita al miglior prezzo.

La forza dei sogni

In un mondo iperviolento i sogni possono essere l’unico modo per aggrapparsi alla speranza nell’attesa di un futuro migliore. Perdere anche la capacità di sognare significa abbandonarsi al proprio destino e Uvi non può permettersi di farlo. La sequenza onirica che apre la storia, disegnata e colorata magistralmente da Yi Yang, vi farà subito innamorare dello stile dei disegni. Ci sono pochi attimi di respiro nel racconto ed è ben evidente il contrasto tra i protagonisti, più puri, e la parte violenta della società, sin dall’aspetto fisico e dai tratti del viso.

Lo stile digitale è forse più acerbo rispetto ad altre opere della disegnatrice, ma dobbiamo ricordare che si tratta del suo primo lavoro in tal senso, già uscito in Cina all’inizio dello scorso anno. In ogni caso, il risultato è davvero ottimo, anche grazie a una colorazione perfettamente azzeccata. In questa realtà da incubo, la natura e i suoi colori assumono in parte il ruolo di alleggerire l’atmosfera e trasmettere una flebile idea di speranza.

Luce e Cosmo ci aveva colpito molto e Un giorno senza nome in un tempo senza noi ha confermata ancora una volta la perfetta intesa tra Isaak Friedl e Yi Yang. Se cercate una storia drammatica ed emozionante, che sia una storia violenta ma anche d’amore, questo è un volume assolutamente da non perdere. (E se non conoscete Yi Yang, vi invito a recuperare la nostra intervista dell’anno scorso.)

Una storia di sopravvivenza in un mondo post-apocalittico dove la natura ha ripreso il sopravvento e il debole è costretto a subire la violenza del più forte. Tule e Uvi vorrebbero vivere la loro storia d'amore da sogno ma la realtà arriverà a scombinare i piani e li metterà di fronte a una lunga serie di ostacoli, con la loro sopravvivenza appesa a un filo. Dopo Luce e Cosmo, un'altra ottima storia di Isaak Friedl e Yi Yang.

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