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Star Wars: il Codice Jedi

Il Codice Jedi era una serie di regole e principi che governavano le azioni dell’Ordine Jedi e ne incarnavano le convinzioni. Il Codice insegnava ai suoi seguaci a non cedere ai sentimenti di rabbia verso le altre forme di vita, atteggiamento che avrebbe consentito loro di resistere alla paura e ad evitare di cadere nel lato oscuro della Forza.

Il Codice proibiva ai Jedi di uccidere avversari disarmati e di cercare vendetta. Tra gli altri dettami, il Codice Jedi proibiva ai Cavalieri Jedi e ai Maestri Jedi di addestrare più di un Padawan alla volta.

Anche l’attaccamento era proibito dal Codice. Il Gran Maestro Yoda sottolineò che l’attaccamento portava alla gelosia, all’avidità e, in ultima analisi, alla paura della perdita, tutte strade che portavano al lato oscuro. Anche Ahsoka Tano considerava l’attaccamento pericoloso e rifiutò Grogu come apprendista a causa del legame con il cacciatore di taglie mandaloriano Din Djarin.

Nonostante le restrizioni contro l’attaccamento, il Codice enfatizzava la compassione come aspetto essenziale dello stile di vita dei Jedi, insegnando che tutte le vite erano preziose. Sebbene i Jedi non si sposassero, il Codice non vietava né i sentimenti romantici né l’amore familiare. Ciononostante, cedere all’attaccamento personale equivaleva a rinunciare alla via dei Jedi, i cui insegnamenti avevano poco a che fare con le tipiche relazioni familiari.

Un Jedi come Obi-Wan Kenobi, addestrato alle vie del lato chiaro della Forza, poteva trarre conforto dalle parole del mantra del Codice Jedi.

Il Mantra del Codice Jedi

Non c’è emozione; c’è pace.
Non c’è ignoranza; c’è conoscenza.
Non c’è inquietudine; c’è serenità.
Non c’è morte; c’è la Forza.

Seguire il codice Jedi

Dominare il lato oscuro

Ai Jedi è stato insegnato ad accettare il lato oscuro insito in loro stessi e a conquistarlo, e non a lasciarsi conquistare da esso. La paura della perdita, la rabbia, l’odio, la gelosia, l’avidità e l’aggressività – tutti aspetti del lato oscuro – dovevano essere dominati da un Jedi grazie alla pazienza e all’addestramento.

Amore e legami

Sebbene il Codice Jedi proibisse il possesso e gli attaccamenti, i Jedi erano incoraggiati e addestrati ad amare in termini di compassione. Infatti, la Maestra Jedi Zallah Macri, mentre spiegava il Codice al suo apprendista Kevmo Zink, notò semplicemente che un Jedi era “autorizzato ad amare le persone e le cose”, ma non poteva permettere che questi attaccamenti lo consumassero. Il Cavaliere Jedi Indeera Stokes affermò che l’amore, lo sperimentare e l’abbracciare la gioia, l’affetto e persino il dolore facevano parte del lato chiaro, tuttavia un Jedi non poteva essere schiavo di queste emozioni.

L’attaccamento è l’incapacità di accettare il cambiamento come caratteristica fondamentale della vita; di accettare la morte come parte naturale della vita; l’incapacità di lasciar andare. Alimentando la paura della perdita e l’avidità, che porta alla gelosia, l’attaccamento era egoista, un’ombra dell’avidità e quindi un sentiero del lato oscuro della Forza.

Pertanto, l’attaccamento era proibito ai Jedi, che dovevano allenarsi a lasciar andare tutto ciò che temevano di perdere; a rinunciare a tutti gli attaccamenti. In questo modo, potevano essere compassionevoli, amorevoli e premurosi, ma non possessivi e aggrappati alle cose, cercando di mantenerle congelate nel tempo, accettando la natura transitoria della vita. Questo permetteva loro di amare la totalità della vita in modo incondizionato, senza scegliere selettivamente singole forme di vita a cui attaccarsi egoisticamente.

Relazioni Personali

I membri dell’Ordine Jedi si consideravano reciprocamente come una famiglia e a volte erano davvero legati da vincoli di sangue. I Maestri Jedi sviluppavano legami forti, fiduciosi e affettuosi con i loro apprendisti. Tuttavia, non dovevano formare legami. Per il bene superiore, dovevano essere in grado di lasciare andare il loro apprendista e non sacrificare mille vite solo per salvarne una.

I Jedi consideravano i sentimenti romantici “naturali” e come tali non li proibivano apertamente. Secondo il Maestro Jedi Obi Wan Kenobi, tuttavia, non dovevano intraprendere una relazione sentimentale: era essenziale per un Cavaliere Jedi fare la scelta giusta per l’Ordine e non trascurare i propri doveri Jedi in favore della persona amata, anche se ciò avrebbe significato la fine della relazione.

Emozioni e serenità

I Jedi erano incoraggiati ad affidarsi ai loro istinti piuttosto che alla loro mente. Tenevano in considerazione le loro emozioni ma erano anche avvertiti di stare attenti ad esse, perché potevano offuscare il loro giudizio. I Jedi dovevano mantenere una mente serena e tranquilla per stare dalla parte della luce anziché da quella delle tenebre: in questo modo erano in grado di mantenere in equilibrio la Forza dentro di loro.

La Pace con la morte

I Jedi sapevano che l’universo era tutt’altro che statico e che la via della Forza prevedeva che tutte le forme di vita alla fine dovessero morire. Avevano una forte fede nella Forza e trovavano conforto nel sapere che morendo, come tutte le cose mai vissute, si sarebbero trasformati nella Forza cosmica, la sorgente da cui emanava la Forza vivente, diventando un tutt’uno con essa. Proprio per questo motivo la morte viene vista come una parte naturale della vita. Pur essendone rattristati, si consigliava loro di ricordare che un giorno tutti sarebbero passati a miglior vita e di rallegrarsi e celebrare coloro che intorno a loro erano passati a miglior vita e diventati un tutt’uno con la Forza, invece di addolorarsi e sentire la loro mancanza. La paura di perdere i vivi a causa dell’inevitabile morte era l’attaccamento, l’ombra dell’avidità.

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