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Doomsday Clock #7 – Recensione

Doomsday Clock è tornato. Il capitolo #7 (distribuito da RW Edizioni) della storia scritta da Geoff Johns è un vero e proprio punto di svolta, e stravolgerà la trama con alcuni colpi di scena molto importanti. Ecco la nostra recensione con spoiler:

PUNTI CIECHI

Tutti abbiamo dei punti ciechi. Volontariamente o inavvertitamente, ci sono cose da cui tendiamo ad allontanarci o cose a cui non prestiamo attenzione ed anche i personaggi di Doomsday Clock non sono immuni a questo passaggio.

Ad esempio, Rorschach non sapeva che i suoi genitori non erano morti l’uno nelle braccia dell’altro, come pensava. I due furono separati dall’ossessione di suo padre per Walter Kovacs. Il giovane non era a conoscenza dei loro problemi e questa ignoranza lo portò ad assumere il nome e il mantello di un uomo che, a tutti gli effetti, avrebbe dovuto in realtà disprezzare.

Il punto cieco di Saturn Girl, ironicamente, è un futuro che sa che arriverà. Lei è così sicura che gli eventi si svolgano “nel modo in cui dovrebbero” che elude quasi ingenuamente qualsiasi problema, poiché per lei tutto è già successo. In questo capitolo, per la prima volta nella sua vita, anche il Dottor Manhattan fa vedere a tutti il suo punto cieco e il perchè è comparso nell’Universo DC. Se prima Doomsday Clock è sempre stato interessante, ora la storia si fa anche eccitante .

ARRIVA IL DOTTOR MANHATTAN

Giunti al giro di boa, finalmente otteniamo le risposte ad alcune delle grandi domande che questa serie ci impone. Non ancora moltissime, ma abbastanza per aumentare il senso di mistero e drammaticità. Inizialmente vediamo il Dottor Manhattan che racconta diversi eventi che sta vivendo. Mentre una strana meteora verde cade sulla Terra nell’anno 960, lui è li che osserva mentre un monaco la trasforma in una lampada. In un’altra epoca vede che un paziente in una struttura per la salute mentale forgia la stessa lampada in una lanterna, le sue energie lo guariscono dalla sua afflizione. Manhattan è lì quando quella stessa lanterna è il mezzo con cui Alan Scott viene salvato da un disastro ferroviario… e Manhattan è sempre lì per spostare la lanterna dalla portata di Scott in modo che il suo destino cambi.

L’effetto domino è servito. Senza Alan Scott, non esiste Lanterna Verde. Senza la Lanterna Verde, la Justice Society of America non si formerà mai. E senza una Justice Society, Johnny Thunder non incontra mai il suo imp Yz, quindi “cei-u” ora è solo una frase senza senso pronunciata da un vecchio.

Questo capitolo riguarda tutto ciò che ha causato lo scontro del mondo di Watchmen con quello dell’Universo DC e cosa può accadere quando delle forze esterne ci mettono mano. Non è un segreto che, dopo una serie di brevi scorci, il Dottor Manhattan finalmente appaia per intero. L’obiettivo principale di Ozymandias è rintracciare Jon e per fare ciò, ha bisogno di una specie di calamita o di una bussola. Due oggetti servono a questo scopo: la lanterna di Alan Scott e Bubastis. Poiché entrambi hanno avuto una diversa esposizione all’energia di Jon, entrambi maschererano le azioni di Veidt e attirano Manhattan da lui.

Manhattan appare a circa metà capitolo, con Veidt che pensa di poter convincere Jon a seguirlo per salvare il loro mondo. Jon, vedendo la difficile situazione degli uomini sotto di lui si rifiuta di essere il burattino di qualcuno e rifiuta. Questo è un momento dell’albo pieno di dialogh, in cui Johns riunisce perfettamente i personaggi principali, mantenendo un ritmo costante e attivo, includendo anche alcune scene d’azione incredibilmente energiche. Tra queste, prima della comparsa del Dottor Manhattan, Mime e Marionette torturano il Comico usando alcuni metodi disgustosamente brutali per estrarre ciò che sanno su Jon.

BATMAN

Anche Batman ha la sua parte d’azione quando combatte Joker, Mime e Marionette, quando, in una sequenza ben messa in scena e magnificamente illustrata; si libera dalla sua prigionia. La parte probabilmente più bella è la conversazione tra i personaggi provenienti dall’Universo di Watchmen. In gran parte dovuta al fatto che il Dottor Manhattan sembra assolutamente terrorizzato per il futuro che lo aspetta.

In Watchmen, ricordiamo un Jon Osterman che aveva un distacco freddo dall’umanità. La sua unica ancora era in Sally Jupiter, ma quella relazione si deteriorò rapidamente proprio a causa della sua distanza emotiva e corporea. Era raffigurato come una creatura più che umana, con una consapevolezza del tempo; dello spazio e dell’universo così lontani dalle capacità dell’umanità che gli uomini non erano altro che diventati banali. 

È vero, Manhattan ha avuto un senso di accettazione, ammettendo che alcuni aspetti della vita umana sono così matematicamente e scientificamente improbabili da essere a dir poco miracolosi. Tuttavia, con il potere e la conoscenza che possiede, stare sulla Terra non era nel suo interesse. Eppure, lasciando una Terra per esplorare l’universo, Jon ha finito per intromettersi con un altro e il suo destino è cambiato. Non esiste una correlazione diretta al momento, ma possiamo pensare che il Flashpoint si sia verificato a causa dell’interruzione del destino di Alan Scott.

I CAMBIAMENTI

Doomsday Clock #7 frantuma le percezioni dei personaggi di Watchmen. Ora Rorschach è una figura ancora più tragica; per esempio, poiché porta il nome e la maschera di un uomo che ha fatto a pezzi i suoi genitori. Ma sono Veidt e Manhattan a subire i maggiori cambiamenti e, sorprendentemente, funziona. Il loro legame non si perde neanche in queste pagine. Le azioni di Veidt in Watchmen erano spregevoli, non c’è dubbio, ma non si considerava un vero cattivo. Pensava di fare ciò che era giusto per il mondo nel suo insieme, ed era disposto sia ad agire e di conseguenza sostenere il peso di quelle azioni. Ora, nella sua disperazione per salvare il suo mondo, è diventato un supercattivo e e non è più interessato a giocare in modo leale o permettere ad altri di interagire. Ha un obiettivo e lo realizzerà indipendentemente dal costo.

Anche Jon ha avuto un cambiamento nel suo personaggio, ancora più affascinante di quello avuto da Veidt. Non è più la figura calma, placida, distaccata che era prima. Quando lasciò Veidt alla fine di Watchmen, le parole di Jon erano “niente finisce mai“.

Jon aveva torto. Ora è costretto ad ammettere che tutto finisce! Non può più vedere nel futuro, e questo lo terrorizza. Il suo punto cieco è dovuto al suo destino imminente o perché distruggerà tutto? L’ultima immagine che è in grado di vedere è Superman, un mese nel futuro, Se la creatura più potente dell’universo, anzi, in più universi, ha paura, allora quale speranza hanno gli altri?

GLI EXTRA

L’ossessione borderline di Veidt per la “resurrezione” di Bubastis costituisce il materiale di alla fine del capitolo. C’è una lettera a Kelley Popham, vicepresidente di PR per la compagnia di Veidt, con Veidt che lamenta la perdita di Bubastis mentre si impegna a finanziare un’iniziativa per salvare “tutte le specie in via di estinzione”. Naturalmente; questo non è uno sforzo del tutto altruistico, dato che abbiamo visto come Veidt lo abbia usato come un fronte per sperimentare specie selezionate per clonare il suo amato Bubastis.

L’eccitazione quasi infantile che Veidt mostra quando un piccolo sistema scheletrico simile a un gatto inizia ad apparire in luoghi casuali è piuttosto affascinante. La “resurrezione” di Bubastis è un po ‘derivata, dato che rispecchia abbastanza da vicino la prima apparizione di Doctor Manhattan al mondo, ma è l’ennesimo omaggio all’opera di Moore.

Nel complesso questo è di gran lunga il miglior numero di Doomsday Clock. La tensione porta avanti la storia in modi terrificanti. Splendidamente illustrato e magistralmente scritto come sempre, il motivo che ha portato i Watchmen nell’universo DC viene finalmente presentato in modo adeguato. Johns costruisce gli archi nel lavoro fondamentale di Alan Moore e Dave Gibbons per portare i personaggi in alcune nuove interessanti direzioni, mentre lavora senza soluzione di continuità con i nuovi personaggi al loro fianco; e così facendo riesce a farli combaciare con il resto del DC Universe. La fiammella dei primi sei numeri ha finalmente preso fuoco ed è diventata un inferno a tutti gli effetti. Cosa ci riserverà il prossimo numero?

Non perdetevi le altre recensioni della serie: Doomsday Clock #1 – Doomsday Clock #2 – Doomsday Clock #3 – Doomsday Clock #4 – Doomsday Clock #5Doomsday Clock #6.

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