Ashoka ed il futuro di Star Wars: come tutto può essere messo in discussione dopo il miracolo di Dave Filoni

Diciamoci la verità. Tutti avevamo temuto che l’espansione dell’Impero di Topolino potesse portare distruzione e disperazione nel Mondo di noi appassionati di Star Wars.

Il timore era di ritrovarci Topolino come erede dell’Impero, affiancato dal suo fedele Pluto L’Oscuro nella lotta contro una nuova Ribellione guidata da Paperino il Saggio. Poi arrivò la Nuova Trilogia e fu anche peggio.

Una frattura tra i fans

La Nuova Trilogia, con Episodio VII- VIII e IX fu sicuramente un lieto evento. Dopo la Trilogia di Episodio I-II-III, non c’era più stato modo di tornare nella Galassia lontana lontana, fatta eccezione per The Clone Wars e Rebels che però possiamo dire abbiano goduto di una fama postuma, come i grandi artisti.

L’accoglienza per Episodio VII fu di quelle da ritorno del Figliolo Prodigo, con vitello grasso in tavola e le bottiglie di vino delle grandi occasioni. Ma quando uscì Episodio VIII la musica era cambiata, e dal Figlio prediletto si era passato all’ospite che avresti preferito non avere per cena. Episodio IX fu la conclusione della Saga degli Skywalker e fu come dare l’addio ad una persona che si è amata ed odiato allo stesso tempo, ma per la quale ti facevi un viaggetto fino all’Arcadia (un cinema situato a Melzo in Lombardia) perché… “Si”.

Le scelte fatte spaccarono ufficialmente il fandom, con chi comunque fu felice di tornare nel Mondo della Forza e delle spade laser e chi invece non riuscì a perdonare il duo J.J. Abrams e Rian Johnson.

Rogue One: il (mezzo) cambio di passo

Mentre uscivano i film della nuova trilogia, c’era in corso un tentativo di ampliare l’universo di Star Wars con un progetto che voleva racchiudere dei films paralleli alla trama principale, con approfondimenti su personaggi e storie che apparentemente potevano sembrare secondari ma che poi avrebbero potuto innestarsi con gli eventi principali.

Se il risultato fu abbastanza deludente per Solo: A Star Wars Story , nonostante gli spunti interessati toccati (vedi scena finale con il ritorno di Darth Maul) fu tutta un’altra storia per Rogue One: A Star Wars Story.

Prodotto nel 2016, secondo alcuni fu quasi responsabile dell’aver messo in crisi quella che divenne la Nuova Trilogia (Episodio VII – Episodio VIII – Episodio IX) in quanto nettamente superiore, se non altro per chi lo amò dal primo sguardo, rispetto ai tre nuovi capitoli.

Ancora oggi è difficile capire cosa possa aver provocato questa ovazione, soprattutto se si prendessero per buone le parole di chi definisce Rogue One: A Star Wars Story il “meno Star Wars dei film prodotti”.

Si pensava, in ogni maniera, che questo sarebbe stato il nuovo corso: Trilogie base e film laterali con fortune alterne. Ma i piani erano ben diversi.

Disney +: cambia tutto

La piattaforma per lo streaming (legale) in casa Topolino è stata lanciata ufficialmente il 12 novembre 2019 negli Stati Uniti, Canada e Paesi Bassi, e il 19 novembre successivo in Australia, Nuova Zelanda e Porto Rico. La piattaforma è stat poi disponibile dal 24 marzo 2020 in Austria, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania, Irlanda e Svizzera.

Con il suo arrivo, in casa Star Wars (e Marvel), si è iniziato a fare un largo utilizzo dello strumento delle serie tv, con risultati alterni (vedi positivi per The Mandalorian ed Andor ed un po’ più incerti come per The Book of Boba Fett o Obi-Wan Kenobi) ma che hanno permesso un’esplorazione senza precedenti dell’universo di Star Wars.

Il vero miracolo di Dave Filoni è stato impossessarsi di questo strumento, le serie tv, ed unirle all’esplorazione di nuove galassie, storie e personaggi (che poi era l’obiettivo di Star Wars quando fu immaginato negli anni ’70) dando vita all’ultimo prodotto di cui, oggi, siamo disperatamente orfani: Ashoka

Ashoka Tano e la sua eredità

La storia raccontata nella prima stagione di Ashoka non è andata lontanissima dal filone degli Skywalker, anzi più volte le strade si sono intrecciate con contaminazioni reciproche.

Ma il vero asso nella manica è stata la scelta di dare carne ed ossa alle storie di The Clone Wars e Rebels, due prodotti molto cari a Papà Lucas ma che per molti anni sono rimasti ai margini dei grandi riflettori.

Con The Bad Batch prima (ma con il limite di essere comunque una serie animata), con alcune tappe di The Mandalorian e con infine Ashoka, Dave Filoni ha squarciato quel loop in cui eravamo imprigionati, con l’idea che senza la saga degli Skywalker non ci fosse più nulla da raccontare.

Invece i personaggi di Ashoka Tano, del Grand’ammiraglio Thrawn, di Ezra, di Sabine e di Hera Syndulla sono riusciti ad entrarci nel cuore, dandoci nuovi spunti per riflettere e per esplorare le Galassie Lontane Lontane, con anche un ritorno in grande stile del personaggio di Anakin Skywalker (con una grandissima interpretazione di Hayden Christensen).

Ed ora?

Ora il lavoro per Dave Filoni sarà estremamente complesso, in quanto si sta muovendo dentro un campo strettissimo.
Sapendo già quali sono stati i personaggi visti in Episodio VII – Episodio VIII – Episodio IX, le possibilità nello sviluppo narrativo sono molto poche (senza tener presente degli spunti, molto belli e molto importanti, portati nei videogiochi di Star Wars Jedi: Survivor ora e Star Wars Jedi: Fallen Order prima) ma non per questo impossibili, anzi.
Una possibilità potrebbe essere un filone parallelo alla saga degli Skywalker, con sue trilogie e serie tv dedicate oppure andare a saturare quegli anni che ci sono tra Episodio VI ed Episodio VII, andando avanti sull’approfondire le sotto trame destinate a tornare, comunque, alle trame principali.

Quello che è certo è che il suo lavoro ha portato una nuova linfa ed una Nuova Speranza che ci siano ancora molti lidi da esplorare, cattivi da conoscere ma soprattutto nuove storie da narrare e da ascoltare.

E poi, diciamocelo. La vera speranza risiede nel sogno proibito di una nuova trilogia, tutta made in Dave Filoni che possa portarci, di nuovo, sulle vette altissime della qualità cinematografica ad oggi solamente relegata al piccolo schermo.